Dead Cat In A Bag – We’ve Been Through (Gusstaff, 2022)

Quarto disco in poco più di dieci anni per i gatti morti. Joie de vivre in bianco e nero (anche se in questo caso la presenza del rosso squillante in copertina ci preventivava il peggio, che tira aria da bagno di sangue), la voce calda e roca di Swanz ed il triste carnaio sotto di lui, ad opera di André e Scardarnelli. Il tiro è sempre quello, ceneri rock, folk nero, poco altro. Ma il nero è ovviamente cinereo ed il gruppo tira avanti su quello che sembra un carrozzone d’oltretomba, manca giusto uno scheletro ed un corvo per fare da autisti ad H.P. Lovecraft. Quando la voce poi si abbassa in un sussurro l’eleganza ed il calore sembra stillare le ultime gocce di vita da un corpo. I riferimenti sono quelli, reietti di periferia alle prese con un corpo morto musicale…a questo giro potrei dire Dead Western, Handsome Family e Loone, anche se qui il corpo è molto ben definito e settato. Ma quell’inquietudine, quel ritrovarsi sempre e comunque dalla parte sbagliata delle notti, non può essere soltanto un ruolo o un’attitudine. Credo fortemente siano i personaggi a creare la musica e non il contrario e credo che finché potremmo ubriacarci malamente in solitaria e pentirci ascoltando queste canzoni, beh, nulla sarà poi così sbagliato. A tratti il rombo prende corpo, a tratti si fa esile, sembra quasi uno streams of consciousness di figuri che si barcamenano fra la vita e la morte…con una musa femminile e puntellarli a tratti potrebbero essere devastanti! Ma ormai il testosterone è incancrenito come tutto quanto e non resta loro che leccarsi le ferite. In maniera tenera, come in Hunter’s Lullaby, di Leonard Cohen, sapendo che fra cacciatori, prede e vittime confondersi è un secondo, poi a sistemare il casino potrebbe volerci una vita intera e non bastare ancora.

Di Duet For Nothing posso solo dire che, come la lampada di Aladino, ai DCIAB basta chiedere e si viene ascoltati: la voce femminile è quella di Alessandra K. Soro ed è ovviamente perfetta per la parte nella torch song. Si volge al termine con la zingarata marina di Fiddler, The Ship Is Sinking e siamo già alla fine, con We’ve Been Through in effetti.

Dead cat in a bag sono come la zuppa della casa in una sera di novembre. Scaldano, talvolta più piccanti, talvolta più nutrienti, ma con un pezzo di pane ed un bicchiere corposo saziano, medicando anche gli animi più storpi.