Damien Jurado – Reggae Film Star (Maraqopa, 2022)

Damien Jurado esordisce venticinquenne, per poi infilare una produzione di 18 album in 25 anni. Incredibile pensare quanto tempo sia passato dalla prima volta che ascoltai la sua voce ed i suoi suoni.
Ricordo che ai tempi lo percepivo come nuova leva rispetto a quelli che erano i capisaldi del songwriting alternativo statunitense, Palace e Smog, rispettivamente di 2 e 6 anni più anziani di lui.
In una carriera tanto lunga il nostro ha passato diverse fasi, producendo album schietti e sinceri, dal tiro più o meno soffuso, con un picco rock nel disco I Break Chairs del 2001. Per il resto, eccellente amministrazione e costruzione di una propria poetica, in solo, in compagnia di un altro visionario quale Richard Swift oppure di validi strumentisti come il violinista Daniel Hart oppure ancora i Gathered in Song.
Da qualche tempo Damien si autoproduce tramite Maraqopa Records, label che prende il nome da un suo disco del 2012 e che rappresenta un luogo misterioso dove finisce un uomo che decide di scomparire dalla società.
Forse Damien stesso attinge alla materia dei sogni in questi brani, il sound è in qualche modo elegante e polveroso, senza esagerazioni ma con molte attenzioni, come un bel vestito consunto. A tratti l’atmosfera si fa lieve e trattenuta, come in Location, Undisclosed (1980), altre volte si caricano di enfasi o di momenti topici con dei precisi filtri nostalgici, proprio come piccole puntate televisive d’altri tempi. Damien ha infatti dato un chiaro riferimento stilistico per questo disco alla serie tv Alice (tratta ai tempi dal film di Martin Scorsese Alice non abita più qui), il che ben rappresenta il raccontare in maniera dolce amara una vita disillusa e di provincia, come del resto ha sempre saputo fare alla perfezione. Cosa potremmo aggiungere di Damien e di questo disco? Poco altro, se non che a tratti ci spinge sotto il sole polveroso, affaticati dalla vita, in altri frangenti freschi con un cocktail a bordo di una piscina periferica, altre volte in serenate sgangherate. Sketch popolari, ai quali puoi, se vuoi, prestare più attenzione, scoprendo lati lavorati di cesello, in un colpo di batteria od in un colpo di fiato, un cambio di tempo od una nuova pennellata.
Un lavoro che fa del suo essere minore una forza, una riconquista ad un piccolo spazio di luce, per dei piccoli brani che richiedono solo possibilità di airplay per legarsi a stralci delle nostre vite. From Seattle, con sincerità.