Premessa: partiamo alla volta della Svizzera francese, Canton Friborgo, per vedere dal vive Violent Magic Orchestra, progetto di Osaka visto da mio fratello nella sua ultima sortita giapponese ed a suo modo di vedere imperdibili.
Entrando all’Ebullition (l’unico club di mia conoscenza con la pista in discesa, probabilmente un cinema all’origine) I Hate Models è già intento a mixare acidità pop sul palco alzando volumi e ritmiche, non lasciando scampo alle gambe già provate da ore di guida fino al locale. Canotta e pesta duro, scaldando gli animi anche dei meno avvezzi con acidità dove la felicità dell’happy hardcore si fa immediatamente paresi e movimento autistico per un set preciso e notevole nel quale sporcarsi con breackbeat ad altissimo bpm. L’intento è distruttivo e digerente, non lontano da certe cose di Leyland Kirby nella sua fase V/VM e sembra la rampa di lancio perfetta per una serata che si preannuncia salace. Fagocita ritmi ragga, pop e dance in una ruminanza che sembra magica ed aliena, rinforzata dal fondale dell’Ebullition, recupero murario che sembra ritrarre un enorme creatura umanoide. Quando poi la linea vocale canta di cavalcare un piccolo pony bianco verrebbe voglia di ringraziare le droghe sintetiche e colorate che di certo qualcuno, ops, deve averci versato nella birra.
Couloir Gang, duo che presto lasciamo al loro destino (unser Schuld, sicher) sembrano volare in maniera velleitaria su ritmiche anni ‘80 trovando comunque qualche interessante linea più scura.
Ma ora è giunto il momento dei Violent Magic Orchestra, che le informazioni online ci dicono creati dal collettivo sonoro Vampilia (mare magnum nel quale però troviamo Tatsuya Yoshida dei Ruins e decine di altri membri) insieme a Pete Swanson degli Yellow Swans ed al musicista techno Paul Régiambeau, che però non credo appaiano nelle performance dal vivo. Grande è la confusione sotto i cieli e l’aspettativa nei nostri cuori.
In quattro, chitarra, voce, computer ed effetti vari, marchingegni digitali, strombo ed immagini in bianco e nero sparate mentre una musica che sembra fatata e coperta d’oscurità avvolge l’ambiente.
L’impressione è quella di trovarci in una coltre noise mentre il suono cerchi una via per uscire, tra elementi fantasy e spaziali uniti ad una grana digitale pronta ad esplodere.
Ed invece l’inizio è stentoreo, quasi uno spoken dub oscuro bruciato alquanto sorprendente. Poi, dopo un attimo di silenzio, la vocalist tira giù letteralmente l’iradiddio con una potenza tale da scuotere l’Ebullition mentre la musica risuona sacrale e nera come la pece. Musica trance, black metal, pile usate per sferzare il buio con fasci luci, una presenza scenica impetuosa, la t-shirt della band più bella vista in un tempo immemore (MVO respect Aph x Twn a lot) urla growl e bassi sparati a ranza senza far prigionieri. È difficile spiegare con cognizione di causa cosa succeda in una pugna dove musiche diametralmente opposte come la trance, bassi sparati a mille black metal riescono ad unirsi in un corpo che sembra una nube nera, pesante e terrificante ma inespugnabile. Il raddoppio growl della voce da parte dell’energumeni sul palco è profondo e terribile e quando prende la platea lui c’è di che preoccuparsi vedendolo scendere fra il pubblico a berciare e ballere.
I visual, il trucco, la temperatura, tutto serve a macerare l’esibizione stampandola come le cose più emozionanti viste di recente, riuscendo finalmente a ballare una scarica di noiose pesante e mobile.
Anche i momenti più lenti vivono di una luce che sembra percolare da una parte all’altra dello spettro sonoro, fra digitale, rumoristico e carnale, lieve ed intenso. Con il passare dei brani l’intrecciarsi dei due growl maschile e femmine acquistano una completezza unica ed il finale è il giusto maelstrom che ci meritiamo.
Koffbaby in sala in quello che sembra ormai un è così fortunato rispetto alla massa sonora emessa poc’anzi che può spingere in cassa dritta per far rimanere a ritmo il pubblico rimasto, tra suoni crudi e storti che sembrano abbracciare l’oscurità verdastra del bis ad una potenza elettronica e di bpm tanto forte da farci rimanere con un ghigno in faccia. La gente rimane avvinghiata alla console senza fermarsi, raggiunti dopo qualche tempo anche dai membri dei Violent Magic Orchestra, per una chiusura epica, che ci prosciuga le ultime energie, in una sera qualunque a Bulle.

