Continua, evidentemente con reciproca soddisfazione, il sodalizio fra il musicista francese e l’etichetta italiana, dopo il disco che Philippe Petit ha condiviso con K11 (alias Pietro Riparbelli). Questa volta della partita sono i greci Chapter 24, gruppo post punk greco di lunga militanza, da tempo orientatosi verso altri lidi musicali. Si tratta di un disco live che mette in fila 45 minuti di musica improvvisata, registrata in seconda battuta poichè le due parti avevano fatto conoscenza su un palco appena il giorno prima.
Se nel già citato lavoro con K11 avevamo notato come fossero le idee dell’italiano a prevalere, in questo caso sembra essere il francese ad imporsi, affogando la musica dei Chapter 24 (che nella loro produzione recente mi ricordano un po’ gli Starfuckers) in un’elettronica melmosa e ovattata che si alterna con brani dove gli strumenti elettrici cercano di dare forma a strutture che, se approdassero a qualcosa di finito, si potrebbero chiamare canzoni. È il caso di Underwater Magma, con la linea di chitarra che la segna in tutta la lunghezza, o delle percussioni e basso pulsante che si incrocia con corde sfregate e melodie tastieristiche sullo sfondo in Treasure Hunt. Quando invece è l’elettronica a prevalere vengono tratteggiati lividi paesaggi sonori, dove i synth e la chitarra suonata con l’archetto disegnano strane e inquietanti figure. È così con un po’ di sorpresa che alla fine di questo percorso, non sempre facile da seguire, si è salutati dallo sghembo blues di Dust Mites, piano, tenui sfrigolii elettronici e voce beefheartiana e dalla malinconica chiusura pianistica di Ursa Minor. Commiato insolito, ma assai piacevole.