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Paolo Petralia Aka SOA Records

Chi è Paolo Petralia? Per chi non lo conosce un po' per età, un po' per fortuna, un po' perché non beve Jegermaister, il signor Petralia è l'uomo che ha stampato "pietre militari" del punk nazional popolare come Growing Concern e Concrete before: "quest'anno ho deciso che piacciono i Concrete pure a me perché in giro butta così". E' l'uomo che si è inventato i Comrades ed i Colonna Infame Skinehead, ma soprattutto è il papa nero che muove i fili della SOA records (www.soarecords.it). Come avrete modo di leggere nell'intervista miei cari drughi si tratta di un uomo di quelli "che non ce ne sono più" e dopo la recente dipartita del barone Liedholm e di Biagi è una delle poche solide certezze rimaste oltre al fatto che Elvis è vivo. C'è chi pensa che sia coerente fino all'anacronismo, c'è chi pensa che sia anacronistico ed irritante, c'è chi pensa che sia una gran testa di cazzo e c'è chi lo conosce semplicemente tramite uno dei pochi blog che valga la pena di essere letto (soarecords.splinder.com)… e "c'è chi dice no", ma a quanto pare lo dice pure lui a Vasco, quindi non fatevi illusioni in merito ad una svolta pop. Difficile inquadrare bene questo indomito "vegan-oi-straight-edge-aggro-grind-crust-metal-punk", però bastino le parole con cui un vetusto punk nordeuropeo l'estate scorsa menzionandolo esclamò senza indugi: "Petralia… what a hero!".

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Bobby Soul E Il Maschio #1

Ammetto di essermici avvicinato quasi per caso. Nel modo più tipico poi: dal momento che qualcuno lo criticava, oltrettutto per il singolo del momento, immediatamente ha attirato la mia attenzione. Malcom Mc Laren si farebbe un mezzo sorriso. E francamente dopo tutta questa indie-noia fatta di forma, formine e formaggi, direi che un sano, anzi sanissimo, ritorno alla tradizione più classica e genuina delineata dallo stesso hit single, è quanto di meglio auspicabile per la musica italiana. Bobby Soul quindi, genovese, genoano e con alle spalle un curriculum vitae di tutto rispetto infarcito di collaborazioni illustri: Senzasciou, Blindosbarra, Roy Paci, Voci Atroci e altri tra i più importanti rappresentanti del rock indipendente italiano. Sul singolo Maschio #1 cosa c’è da aggiungere? Un titolo che non scandalizza certamente nessuno e che, per quanto mi riguarda, fa venir voglia di correre in edicola a comprare Men's Health piuttosto che le solite riviste musicali.

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Gianluca Becuzzi AKA Kinetix: Out Of The Limbo

Anche Gianluca Becuzzi/Kinetix, come altri di cui abbiamo parlato in precedenza, muovendosi spesso senza il supporto delle riviste specializzate (soprattutto agli inizi), nel corso degli anni si è guadagnato una buona credibilità fatta disco dopo disco… "brick by brick" come avrebbe detto quel tizio. Qualcuno se lo ricorderà impegnato nei Limbo o lo associerà in automatico al rigore ed alla "freddezza" dei dischi solisti come Kinetix, ma visti i risultati melodici ottenuti nelle recenti collaborazioni con Fabio Orsi, direi che sia nuovamente tempo di cambiare le carte in tavola e di pensare che non si tratti solo ed esclusivamente di "sound art" o di elettronica "difficile". Oltre ad essere stato stampato a più riprese dalla Small Voices, in duo con Orsi questo toscano è approdato oltreoceano sull'americanissima Digitalis (http://www.digitalisindustries.com) che in catalogo ha gente come Volcano The Bear e Cristina Carter (per altro, non paga di avere due italiani in catalogo, pare essersi lanciata a pesce nella stampa del trio che coinvolge Hue, Maurizio Bianchi e Fhievel). Come avrete modo di leggere nell’intervista, Becuzzi sembra più che mai attivo essendo oltretutto coinvolto in prima persona nell'organizzazione del festival Piombino eXperimenta (http://www.piombinoexperimenta.it). Per tutto il resto credo che le parole di Gianluca ed i suoi dischi siano molto più espliciti di qualsiasi ulteriore tentativo di inquadramento, mi limiterei semplicemente ad aggiungere che si tratti più che mai di "elettronica ad ampio raggio".

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Matteo Uggeri: “music for those who want to live in their own small world” (Grey Sparkle)

Immagino che Hue (al secolo Matteo Uggeri) e gli Sparkle in Grey non risultino proprio una novità per molti nostri aficionados e, se così fosse, potremmo azzardare che si trattasse solo di una questione di tempo. Un'adolescenza elettronico-industriale, delle incursioni decise in "post rock" e "melodia", "quasi pop" e field recording hanno evidentemente formato le orecchie e i gusti del milanese Hue, che da puro fruitore è passato dietro al computer in veste di musicista e produttore. Se Passo Uno e Sparkle in Grey sono facilmente associabili alla melodia, di tutt'altra forgia sono il suo ultimo lavoro solista intitolato Un'Estate Senza Pioggia e le collaborazioni con Maurizio Bianchi (in via di completamento) e con Punck per quel piccolo capolavoro che è A Constant Migration ancora fresco di stampa per la storica Creative Sources. "Music for those who want to live in their own small world" viene riportato sul sito che collega tutte le sue attività (www.greysparkle.com), ma a vedere bene, data la quantità di collaborazioni avviate da Uggeri, si potrebbe supporre che il suo piccolo mondo così minuto non lo è, oppure che che questo "small world" è quanto meno in espansione. "Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette"?

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