Casa – Variazioni Gracchus (Dischi Obliqui, 2017)

Nuovo raffinatissimo e difficile lavoro per Filippo Bordignon, ormai ultimo superstite dei Casa, qui ancora una volta proiettati verso una classica contemporanea rarefatta e vibrante. Lo spettro delle citazioni e delle muse ispiratrici al disco ci fanno muovere in punta di piedi come su un’ astronave aliena di Star Trek, timorosi di infrangere qualche sconosciuto cristallo o indispettire qualche entità superiore. Ciò posto, il disco è molto bello, suggestivo e difficilmente incasellabile in un genere piuttosto che in un altro. Il pianoforte di Bordignon, nonostante i molteplici ospiti, la fa sempre da padrone, dilatando allo spasimo il suo respiro, talvolta forse addirittura congelandolo. Per pochi e non per molti. Almeno idealmente mi fa venire in mente l’album per film muti di Marc Ribot, Ma anche qui purtroppo, come succede spesso in molti lavori altamente concettuali, il tedio è dietro l’angolo. Senza però mai apparire, questo va riconosciuto. Giusto una sbirciatina ogni tanto.