Carla Dal Forno – 25/04/2018 Monk (Roma)

Finalmente recuperate le date di presentazione dell’ep The Garden dopo la cancellazione del tour italiano dello scorso anno. La proposta della cantautrice australiana è essenziale ma ugualmente affascinante. Coadiuvata da un accompagnatore all’elettronica, il live si sviluppa per lo più come un flusso legato da intermezzi drone o da suoni concreti ambientali, dove Carla Dal Forno, oltre a cantare, imbraccia in più di qualche occasione il basso a marcare le linee dritte e scure dei pezzi. E lo fa con un candore velato dalla nebbia che ricopre il palco e che accentua l’atmosfera sognante della performance. Dalla sua esigua ma interessante discografia scorrono pezzi dal sapore particolare, grazie alla semplicità del saper costruire pescando a piene mani dai suoni degli anni ’80, rivitalizzati con una testualità personale e approccio indie rock. Dagli echi dark wave fino al synth pop più industriale, dove ogni tanto si può assaporare qualche reminiscenza dei Tuxedomoon più romantici. Canzoni di statica sensualità, con una pronuncia che a tratti richiama il folk ancestrale, nelle quali sono ben dosate stranezza e malinconia. Brani dalla naturalezza empatica, eppure dalle tonalità non affatto facili, immerse in un’Carla dal forno live 01atmosfera di onde fredde, ma con ritmiche vocali intelligenti ed eseguite con un fascino latentemente solare che coinvolge. Nella scaletta spiccano l’incedere rarefatto di The Garden e piccole gemme di estatica lo-fi come Fast Moving Cars e You Know What’s It Like, che anche dal vivo riescono a fare il giusto effetto. A sorpresa arriva Blue Morning, cover dei, per me fino a quel momento sconosciuti, neozelandesi Kiwi Animal, perfettamente personalizzata e intonata al resto dello show. Altro picco è sicuramente We Shouldn’t Have To Wait, riuscito esempio di post punk moderno, dal suono compatto e con le spesse linee di basso a chiuderne la quadratura. Concerto semplice e molto piacevole, concluso angelicamente da una Better Yet che ammalia e saluta. Ciao Carla, è stato bello vederti cantare al tramonto.

foto di Emiliano Marchionni