Scorticare fino a raggiungere l’essenza stessa. Le tracce di questo lavoro sono canti di muezzin ubriachi e storti declamati sbavando sopra la camicia: immaginate uno scellerato connubio tra il più nobile impro rock italico e cinico tv e sarete vicini al gelo incandescente di questo disco. Certamente i più avvezzi alle elucubrazioni di Xabier Iriondo (Afterhours), Stefano Pilia (Massimo Volume) e Roberto Bertacchini (Starfuckers, Sinistri, Shipwreck Bag Show) non rimarranno delusi o disorientati. Infatti gli strizzoni chitarristici di Iriondo non hanno eguali al mondo e sarebbero riconoscibili per stile e personalità tra mille altri. Inevitabilmente l’entità sonora più vicina a questa ” bitches brew” è proprio quella dei nostri cari St.Ride: soggetti che potrebbero sfornare un lavoro di neomelodico napoletano con disinvoltura e riuscendoci pure bene. A cercare il pelo ci sarebbe da evidenziare che l’unica linea che talvolta risulta un poco faticosa in questo lavoro è proprio quella vocale. Trattandosi di un continuo vaneggiamento monocorde e allucinato ci si domanda perchè non abbiano preferito giocare la carta strumentale. Camicia di forza, prati in fiore e ossessioni che strisciano sotto l’erba.