Brighter Death Now + Sala Delle Colonne + TSIDMZ – 03/03/12 Carlito’s Way (Retorbido – PV)

Attendevo da tempo la possibilità di vedermi dal vivo il progetto svedese Brighter Death Now, dopo non aver potuto partecipare ai Congressi Post Industriali in cui aveva suonato. Confidando nella fama di live act devastante che si è costruito nei suoi precedenti passaggi, veleggio fiducioso verso le sperdute lande della provincia pavese. Ne uscirà una serata in linea con lo stile depressivo che gli album del gruppo ci ha fatto conoscere.

In occasione del concerto dei Death In June avevo notato come il Carlito’s Way fosse un luogo, almeno esternamente, degno di un film di vampiri messicani (insomma, Dal Tramonto AllAlba o Vampires, non quelle cazzate alla Twilight) e così mi fa piacere scoprire che la pizzeria sul retro del locale è invece un BDN_CarlitosWay_Nuasicaaposto totalmente lovecraftiano, frequentato da indigeni che sembrano usciti da The Shadow Over Innsmouth. La pizza comunque non è male e ci accompagna piacevolmente fino all’ora del concerto. Nel locale ancora semivuoto il set di DJ Tot En Tanz, nascosto dietro al passamontagna d’ordinanza, mixa classici le cose più neoclassiche del catalogo Coldmeat, come The Protagonist, alla furia black-industrial degli MZ 412, fornendo una buona introduzione alla serata, o almeno a quello che la serata avrebbe dovuto essere. Lo stesso non si può dire di TSIDMZ, pure lui conciato secondo tradizione con una palandrana stile SS e mascherina da chirurgo post-nucleare, accompagnato dalla performance sado/soft dell’artista romana Nausicaa. La musica è un’industrial marziale ed elettronico in sé neanche malaccio, se assunto in piccolo dosi, ma suonato con una certa approssimazione (i finali sono quasi tutti tagliati con l’accetta) e per un tempo davvero eccessivo; oltretutto il vedersi propinare ancora immagini di parate naziste e campi di concentramento, roba che ormai può al massimo scandalizzare uno come Michele Serra, fa riflettere su quanto certi ambiti siano legati a un immaginario estetico ormai da tempo disinnescato. Non salva la baracca la performance di Nausicaa, bondage e masochismo all’acqua di rose, che nei primi momenti catalizza una certa curiosità, ma poi non convince, rimanendo avulsa dalla musica che le si accompagna. Una vBDN_CarlitosWay_Sala_Delle_Colonneersione di Ostia, che nel presentarsi in veste totalmente elettronica, evita ogni paragone con l’originale dei Coil, avvia verso la fine un concerto che non lascia il segno. Prima che Roger Karmanik salga sul palco c’è ancora il tempo perché Mehmet R. Frugis, sotto le insegne della Sala Delle Colonne, presenti un paio di brani dal disco in uscita su Coldmeat a maggio. Non è propriamente il mio pane, industrial neoclassico che mischia digitale e analogico, ma è decisamente ben fatto e fa rimpiangere che a un progetto di questo calibro non sia stato concesso maggior spazio. Probabilmente sono l’unico a pensarla così, perché buona parte del pubblico passa il tempo della performance a parlare rumorosamente, fino a guadagnarsi un richiamo da parte del musicista. Non è una situazione nuova, ma che della gente si spinga fino a questo luogo sperduto, paghi quindici euro di biglietto per un concerto del genere, e poi passi il tempo a parlare dei fatti propri, è una cosa che non riesco davvero a capire. Il fatto è che anche durante l’esibizione di Brighter Death Now, che dovrebbe essere la star della serata, la situazione non cambierà di molto: ma allora cosa ci sono venuti a fare? Non sarà tuttavia questa la cosa peggiore. Appena Roger Karmanik compare marca una netta differenza da chi lo ha preceduto sul palco: la cosa più estrema che indossa è la fibbia della cintura a forma di teschio, per il resto pare un impiegato delle poste, ma questo non gli impedirà di sfoderare un’esibizione di tutto rispetto. Ad introdurlo sono Giovanni Maffeis, del progetto industrial Funerale Classico Italiano, all’elettronica e Frugis al theremin, poi quest’ultimo si allontana e il concerto di Brighter Death Now inizia, o almeno così dovrebbe. Si capisce subito che qualcosa non va: il volume in uscita è roba da oratorio, tanto che per tutta l’esibizione non sentirò il bisogno di utilizzare i tappi che mi ero previdentemente portato, ma evidentemente anche sul palco ci sono problemi, perché lo svedese si avventa sulla spia cercando di riceverne una reazione, inutilmente. Allora scende e attraversa lo sbarramento del pubblico, non capisco se per verificare la pochezza dell’impianto o alla ricerca di qualcuno che possa risolvere i guai, ma anche stavolta non ottiene nulla e sconsolato se ne BDN_CarlitosWay_Brighter_Death_Now_1torna sul palco. L’inizio è dunque afono, ma decisamente hardcore (Karmanik, nell’aggredire la spia, aveva divelto e quasi abbattuto il tavolino su cui era appoggiata la strumentazione di TSIDMZ): si suona con quello che c’è e la lotta per ottenere un volume decente dà senso al concerto. Alla fine del primo pezzo il musicista fa eloquentemente segno che le inopportune e caldissime luci colorate del palco lo disturbano e andrebbero spente: manco a dirlo, rimarranno in funzione fino alla fine. Se a questo punto fosse comparso un idiota a urlare “sorridete, siete su candid camera!” forse l’avremmo massacrato di botte, ma certo non ci saremmo sorpresi. Comunque sia, l’ovvia sensazione è che tutto avrebbe potuto essere decisamente meglio, ma nonostante i limiti tecnici, i momenti di grande intensità non mancano, con un Karmanik che scende di nuovo fra la folla (si fa per dire, saremmo stati in pochi decine ad assistere) a gridare la propria rabbia e frustrazione, o si piega sui macchinari per tirar fuori un death industrial pulsante e scuro, con Maffeis che tesse diligentemente le basi. Dei quaranta minuti di concerto rimangono almeno i paesaggi desolati descritti da There Is Nothing Left In This World e una Testing che purtroppo ci accompagna verso la fine con la sensazione di non esserci saziati nemmeno minimamente. Ma per farlo, forse, sarà meglio attendere una situazione che possa rendere giustizia a un simile artista.