Arriviamo perfettamente in orario alla serata più "in" del mese al Melbourne festival: alla mezzanotte sarà il 10/10/10 e il mitico show dei Boredoms con 10 batteristi sta per iniziare; scopriamo subito che in effetti non solo in Italia si va un po' lunghi coi tempi, ma per fortuna The Forum è un posto tanto kitsch quanto gradevole e i divanetti ci aiutano nella lunga attesa delle band di supporto, mentre siamo sotto ad un cielo stellato di cartapesta, circondati da statue neoclassiche in gesso dorato.
Molto più divertente l'attesa che l'ascolto dei Bum Creek: purtroppo gli Animal Collective hanno mietuto vittime anche qui e i tre indierockers locali credendosi ancor più "sperimentali" si dilettano in una serie di suoni strampalati senza capo né coda, come delle intro sgangherate una dietro l'altra… e dire che sono davvero in evidenza da queste parti. Va appena meglio per Kes Band, anche se questo folto gruppo riformato per l'occasione si produce solamente in una serie di canzonette indie anonime, con la classica formazione rock e in aggiunta tre coristi tra cui una giapponesina urlante: che sia stato il motivo per aggregarli alla serata? Alla fine il tempo scorre lento e i preparativi per il concerto principale si dilatano aspettando la mezzanotte: finalmente si piazzano sul palco Eye con pedaliere varie e il suo muro di chitarre incollate tra di loro, il chitarrista, Yoshimi a tastiere e batteria e otto batteristi di varie formazioni locali e non; i conti da subito non tornano perché manca ancora all'appello una batteria e infatti all'inizio del primo brano il batterista dei Boredoms Yojiro viene portato su una lettiga sul palco mentre sta suonando: con questa mossa di teatro la formazione è finalmente al completo. Veniamo quindi alla musica: purtroppo in questa serata non se ne è vista molta neanche durante il concerto degli headliners, dato che alla fine avere uno, dieci, cento batteristi che fanno tutti lo stesso tempo con gli stessi giri esatti non è molto divertente e per il resto i Boredoms stessi sembrano semplici semplici, qualche campione qui e là, un paio di giri di chitarra (in totale per tutto il concerto! Uno dei due era quello di Acid Police) e qualche colpo di bastone sul muro di chitarre (tutte con accordature standard)… resta solo Eye urlante con i suoi microfoni effettati che corre qua e là come un folletto: troppo poco, forse anche a causa delle grandi aspettative. L'unica soluzione è farsi trasportare dal mantra dei giri di batteria anche grazie al volume altissimo: questo gioco pare funzionare per più di venti minuti per gli scenesters presenti in massa stasera, anche se sono stati aiutati parecchio dai fiumi di birra che si sono bevuti, ma per gli astemi non è purtroppo stato esattamente così; a parte l'effetto particolare di avere dieci batterie sul palco per ben due ore (due ore!) si è suonata una sola canzone, con l'eccezione della già citata Acid Police e del bis in cui qualcuno ha timidamente accennato variazioni nei giri delle batterie: un po' troppo poco, forse più che Boadrum si potrebbe chiamare Boringdrum.