Con un disco così intitolato, questo terzetto elettrico-elettronico non poteva che venire dalla ridente città di Parma, ridente perché fresca di promozione in serie A. Tuttavia, non è di melodie e raffinate arie verdiane che tratteremo; guidati dalla sapiente mano di Alessandro Cartolari degli Anatrofobia, cui è affidata la registrazione, i Bonora si cimentano con un corposo noise strumentale che occhieggia ora allo sludge, ora a certo industrial di metà anni '80, ora al jazz più duro.
L'iniziale A Pasty Car ci chiarisce subito le idee, portandoci in territori limitrofi a quelli dei Geronimo più compatti: dopo un paio di minuti di pura elettronica, che fa temere una noiosa sequenza di efferatezze elettro-noise, il basso irrompe ed impone la sua dura legge. Avanza con pulsazione lenta e mette ordine nel caos di frequenze ultra-low generate elettronicamente, ma a sua volta è trattenuto, nei rari tentativi d'accelerazione, da una batteria che predilige le marce basse. E così ci si rassegna ad un finale tranquillo, dove tenui rumori industriali si affacciano all'orizzonte senza mai dare davvero disturbo. Siamo solo al primo pezzo, ma le qualità del gruppo sono già tutte emerse. Non è comunque inutile proseguire l'ascolto, che evidenzia una scrittura a proprio agio sia coi suoni gommosi Bakelite Prince Charming, il funk più surreale che si sia mai sentito, sia con l'elettroacustica di The Art Of Gum, fino alle analogie con gli Zu della lunga Coral Detecto, Damocle Sword, con l'elettronica, al post del sax, brava ad evitare certe insopportabili free-voelzze (ehilà!) tanto di moda oggi. Si chiude con la placida For The Tourist, melodia pianistica disturbata da dispettosi suoni elettronici e da una chitarra elettrica: finalmente un po' di pace.
Il disco è disponibile sia in CD che in download digitale gratuito presso il sito dell'etichetta.