Black Fluo – Billion Sands (Pulver Und Asche, 2014)

A scadenze temporali abbastanza regolari, sui 20 – 25 anni, ogni genere o sottogenere musicale viene ripreso, a volte attualizzato, con risultati più o meno stimolanti. Dal “non se ne può più di certo post rock strumentale”, ecco che in un altro giro di boa la Fenice risorge dalle ceneri e in mezzo a tanta paccottaglia, qualcosa di davvero buono viene fuori (penso ai nostrani The White Mega Giant, per avere un esempio recentissimo). D’altra parte, invece, si scorgono nuovi giovani allievi di Manuel Agnelli e Giovanni Lindo Ferretti che stanno rialzando la testa; ci distraggono con massicce dosi di filosofia sui massimi sistemi, per venderci in molti casi e sottobanco musiche acerbe, piatte e impersonali, ma soprattutto – e questa la cito – già vecchie sul nascere. E in questi casi la voglia di fare tabula rasa (non elettrificata) è tanta.
Purtroppo spesso (anche e soprattutto su certe fanzine blasonate) pare non abbiamo ancora chiara la differenza tra una recensione (bella o brutta che sia) ed un semplice promo, quindi il danno viene poi amplificato. Ma, senza divagare troppo, prendo spunto da questa lunga premessa per arrivare ai Black Fluo, quartetto svizzero da Chiasso, che sembra voler dare un’impronta molto personale e dark ad un suono di per sé non originalissimo, ma dalle caratteristiche minimali, fatto in prevalenza di scheletriche e ipnotiche trame di chitarra, synth e spoken word. Una sorta di post/avant rock (eccolo di nuovo) clautrofobico e a rallentatore in cui, in qualche rara occasione, sembra spuntare l’influenza dei Bedhead (Scarborough Fair). Un debutto ermetico, oscuro (Caledonia) permeato nei testi e nei titoli delle track (in inglese) da un senso di fine cosmica (La Fin, Death Of A Sun) incombente, ma assolutamente non ostico all’ascolto nonostante sia molto concettuale. Forse le ambizioni sono andate al di là della mera realizzazione, ma un certo stile minimalista e una particolare pulizia dei suoni rendono questo lavoro un buon punto di partenza, senza per essere per forza di cose pretenzioso. Per i devoti si segnala l’uscita del cd con speciale case book.