Barabba – Primo Tempo (Autoprodotto, 2022)

Notturno trip hop in italiano per alcuni dei volti più noti del panorama indie rock di casa nostra. Uno di questi, il franco-marchigiano Nicola Amici (già recensito con il breakbeat di Kaouenn) che qui si reinventa novello 3D per un lavoro forse in ritardo di una decade sui tempi, ma noi, eterni amanti del revival demodé, non possiamo che rendergli merito e riverirlo come ci insegnava Simon Reynolds in tempi non sospetti. Primo Tempo è un bel disco, mai ruffianamente Subsonica e mai subdolamente trap. I Barabba ci piacciono perchè hanno un bel nome, perchè ci fanno sentire il retrogusto amaro dei nostri trent’anni e perchè ancora danno spazio a quel vecchio trombone di Giovanni Succi (è amichevole, eh) che ancora riesce ad ammaliare con la caratteristica verve texanopadana. Tenete a mente il nome del ladrone perchè nelle imminenti cronache del dopobomba è proprio una di quellle band che potreste inaspettatamente vedere dal vivo in qualche timido festival estivo.