Babyscreamers – peek-a-boo! (blackousexp, 2025)

Gli anconetani Babyscreamers sono esperti ed avvezzi a malmenare il rock’n’roll con incedere secco e la giusta mistura fra rabbia e stile. Partono alla grandissima con una love me che non fa prigionieri, mentre dalla seconda canzone, che dà il titolo all’album, la sezione ritmica prende le redini mentre la chitarra si fa ora nebbia ora presenza. La voce di Roberto Quercetti è l’ordinaria deboscia di provincia, quasi avessero costretto il postino ad inerpicarsi nella lingua inglese ed a prendersi il proscenio. Cosa che il nostro fa benissimo lanciato pennate con la sua corda e ricordandoci che il rock’n’roll migliore è quello scarno, scabro e basic. Quando il suono si gonfia si sente il deserto.
In nasty boy siamo dalle parti di Prisencolinensinainciusol dando però un senso alle sillabe elargite su un groove funky e fiatistico: inutile dire che è ovviamente irresistibile e meriterebbe di apparire nelle compilation di rare grooves un tanto al chilo. drive to you mantiene ciò che promette tanto da spingerci ad abbassare il finestrino mentre andiamo incontro al nostro bello od alla nostra bella. Convince meno l’italica ogni volta, forse per una prestazione vocale non così convincente, così come arazzi strumentali che non dicono nulla di più di ciò che ci si aspetta risultando un filo pacchiani. Meglio, molto meglio olli che mi ha riportato alla mente le cose più sedate dei Supereroi. Chiudono crescendo com’è giusto che sia gli anconetani, con una shut-up che trasporta L’incedere latino in italia facendo apparire le ombre di mille bands tex-mex-ital-cinesi che imbastardirono il rock’n’roll rendendolo grande ed una tomorrow che vive dello stacco fra la grana musicale e l’esilità vocale dei Babyscreamers, fra i pochi infanti che non vorremmo mai smettessero di urlare.