Il ritorno di Ayn & Marlen und Marlen è bizzarro d’entrata. Ci accoglie con un fruscio di carta per poi portarci in una fitta oscurità, dove le voci perdono di significato e si fanno evasiva oscurità pervasiva. La potenza è però costretta in secondo piano, imbrigliata e lontana dalla magnetica figura della vocalist Marlen und Marlen. Voices Phenomena è coerentemente spettrale, come una porta fra i mondi dove note e parole scorrono in un lungo rituale, dove intensità e volume sembrano andare ad ondate, come masse energetiche in movimento. Può essere tendente ad un metallico latrare come in O.B.E. dove pesantezza e sussurri nuotano in una cappa buia. Questa tendenza ad accostare atmosfere brumose e pesanti, a tratti percussioni gommose e tribali con linee vocali eteree ed evocative lasciano ben presente l’intento oscuro ed unitario del disco, in un gorgo che ci porta sempre più in profondità come Our House. In Shades le partiture vocali si dividono fra le parole maschili ed i sibili femminili. L’onda oscura si scontra con una certa meccanicità di arrangiamento, a tratti fredda e quadrata, togliendo forse poesia ma forgiando un percorso molto ben delineato e dritto, quasi definitivo. In questo caso il portale è ben aperto, la temperatura è calata ed i colori sono scomparsi: Ayn e Marlen und Marlen stanno portando avanti un percorso che colorano con un nero di diversi strati che in undici brani ci trasporta letteralmente, presenze invisibili alla scoperta di misteri insondabili, magnetici e suggestivi.
Ayn & Marlen und Marlen – Voices Phenomena (Toten Schwan, 2024)
