Autocancrena – Homo Sacer (Diazepam, 2012)

Altra oscura uscita per la Diazepam: stavolta è il turno degli Autocancrena (il romano Lorenzo Chiarofonte) con un CD 3″ racchiuso in un mini case in plastica con grafica che riproduce immagini di tetre confraternite e poco raccomandabili crocifissi che occultano lame di pugnali.
Due i pezzi contenuti. Malsana Dottrina, che appalta a Hoder (Inverno Nucleare) le manipolazioni sonore, riservando al titolare del marchio le sole liriche, sfoggia un feeling da canto gregoriano post-mortem memore dei Brighter Death Now e dei Megaptera: frequenze ultra-basse che mettono alla prova le membrane dello stereo e cadenze lentissime, scosse da una voce che affiora di tanto in tanto, ovviamente lugubre (oltretutto registrata nell’inquietante ex ospedale psichiatrico di Volterra, già protagonista di un ottimo lavoro live di Pietro Riparbelli/K11). Rozaniek non si allontano troppo da queste coordinate, ma ha un suono più granuloso e riverberi di percussioni metalliche, con sullo sfondo voci che recitano il rosario in polacco: musica non per tutti e (mi auguro) non per tutti i momenti, che, fedele agli stilemi del death industrial, fa sfoggio di totale incomunicabilità e di un certo autocompiacimento. Un disco che potrebbe rovinarvi la giornata, insomma, e che non chiede di meglio.