A questo giro ritorna Cristiano Deison, che vanta una carriera solista di tutto rispetto divisa fra dischi in proprio e collaborazioni o split con gente come KK Null, Scanner, Thurston Moore e Teho Teardo (assieme al quale aveva militato nei Meathead). Il friulano ritorna con un lavoro molto diverso dalla collaborazione con KK Null (giova ricordare che il disco con il giapponese è un capolavoro), infatti Quiet Rooms lo riporta su di un terreno in cui lo riconosco maggiormente. …
Neanche troppi anni fa c’erano i Lendormin: a me era capitato di incontrarli nella serie P.O. Box della Wallace con cui Mirko Spino aveva messo insieme alcuni dei migliori demo che gli erano arrivati nella casella postale. A dimostrazione del buon fiuto di Spino, fra i nomi di quei CD si incontravano Claudio Rocchetti, Sedia, Taras Bul’ba e appunto i Lendormin, in cui Cris aveva un ruolo importante. Si trattava di un gruppo piuttosto anomalo, una specie di collettivo aperto, fra sperimentazione, musica free e pura essenza freak, che produsse una pletora di CD, CD-R, collaborazioni (ad esempio quella con il romano DBPIT) e tracce isolate su raccolte. Poi succede che, come in molte storie, ognuno prenda la propria strada e Cristiano Luciani diventi quel Cris X che, nel giro di tre anni, ci ha regalato due split su vinile con Maurizio Bianchi e Merzbow e diverse collaborazioni con Keiko Higuchi, Sachiko ed infine KK Null (che già aveva incrociato le manopole del mixer con Deison per un disco splendido). …
Devo ammettere che all’inizio avevo sottovalutato questo disco, infatti si tratta di un lavoro molto calibrato e subito mi ero perso nella parte tecnica, notando che Giovanni Lami e Shaun McAlpine hanno fatto un gran lavoro di processo dei suoni, ma quello che è più notevole è che sono riusciti a creare delle atmosfere molto calde per un genere di musica che dovrebbe essere tutt’altro che caldo. Lami e McAlpine lavorano con suoni digitali ed analogici, distorsioni leggere, sibili digitali e piccoli pulse di basso che puntellano lo spazio sonoro. …
Welcome back Kyle! Sono parecchio legato a Kyle Bruckmann dopo un bellissimo lavoro per la Barely Auditable di Scott Rosemberg (a proposito di illustri dimenticati). In quel caso si trattava di un disco in solo per corno inglese e oboe, in questo si parla di una formazione con tanto di viola (Jen Clare Paulson), batteria (Tim Daisy), contrabbasso (Anton Hatwich), clarinetto basso (Jason Stein) ed il nostro uomo a fare da band leader e con gli stessi strumenti di quel vecchio disco in solo. …
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