Artifact Shore – S/T (Interferenceshift, 2007)

Con questo fanno tre dischi che recensisco degli Artifact Shore, gruppo che qui non è molto conosciuto e che forse non è molto conosciuto neppure lì, su e giù, ma resta che credo di avergli recensito tutta la discografia e quindi volevo iniziare con questa esilarantissima battuta. Se idealmente in altri lavori mi sembravano vicini ai Flaming Lips per il solo fatto di esser rock-tronici in un modo tutto loro, in questo CD dalla grafica strafiga partono subito a razzo con la sola elettronica ed il mini prosegue sciorinando quest’accento per quasi tutte le tracce che contiene.
Non saprei se parlare di crisi di identità o più semplicemente di un gruppo vario, ma resta che le loro tre uscite che ho sentito sono tanto diverse da sembrare a tratti tre gruppi distinti, in questo caso altro che Flaming Lips, partono così gelidi che si avvicinano ad Aphex Twin delle tracce più fetenti di Windowlicker o agli Autechre di medio periodo diminuiti di qualunque barlume melodico. La melodia compare solo dalla seconda traccia e finalmente capisco chi mi ricordano maggiormente a sto giro: i Furry Things (grandissimi) anche se meno acidi, meno “sognanti e cinematici” e soprattutto meno elettro-shoegaze-psichedelici dei grandissimi texani. Nel prosieguo del disco ricompaiono anche le chitarre in alcune tracce e mi capita anche di pensare che tutto suoni come se si trattasse di un super remix di loro materiali, niente voci, solo riff ripetuti in modo quadrato, tappeti di arpeggiatori di synth, batterie elettroniche quadratissime e casse mediamente dritte. Nulla di indimenticabile forse, ma il disco suona bene e globalmente si tratta di un gruppo con alcune potenzialità interessanti, tanto che non mi sorprenderei particolarmente se nel giro di qualche anno continuando e svolgendo meglio il tema riuscissero a trovare una loro dimensione, questa è un po’ proprio quello di cui ancora difettano fra pulsioni rock e pulsing electronics… insomma il ragazzo è intelligente ma non si applica.