Arashi – Jikan (PNL, 2019)

Dopo la recente collaborazione del guru della scena free giapponese Akira Sakata (sassofono, clarinetto basso e voce) al progetto New Japanese Noise del batterista Paal Nilssen-love, ritroviamo i due assieme al contrabbassista Johan Berthling nel nuovo disco del progetto Arashi: trio nato nel 2013 e rodato con diversi tour internazionali, qui immortalato durante una data del settembre 2017 al Pit Inn club di Tokio.
Come spesso ci hanno abituato i tre, le sessioni non offrono nessun cedimento al tradizionalismo, ma una foga free, qui e ora, che contraddistingue gran parte della loro produzione.
Jikan raccoglie quattro tracce che gradatamente delineano e mostrano le possibilità espressive dei tre, in continua ricerca sul suono istantaneo senza mai risparmiarsi. Così la spettralità di Saitaro-bushi Arashi mette subito in luce le capacità timbrica di Sakata, la sua vocalità brutista che scalfisce di continuo lo scarno incedere del pezzo, un gioco che aggiunge progressivamente tensione e robustezza al suono arrivando al free della title track. Ma è con Yamanoue-no-Okura che la dialettica corrobora a pieno e le tensioni collidono furiosamente trovando spazi inaspettati. Una traccia di grande impatto che mostra a pieno la qualità improvvisativa del trio, mescolando slanci tirati e massicce sovrapposizioni verso vie di fuga più muscolari senza eccedere nel frastuono, lavorando piuttosto sulle dinamiche con lancinante agilità. Chiude la perfomance l’isolazionismo di Tsuioku (Remembrance), tra fraseggi indolenti e intarsi elettroacustici.
Un bel disco che con pochi fronzoli e molta visceralità va dritto a segno.