Sono passati già 15 anni dall’esordio di Annika Henderson, artista anglo tedesca che è sempre riuscita a fare una vis personale alla sua wave ‘80.
In questo Abyss sembra decisa a spremere maggiormente umori rock’n’roll in soluzioni buie, con un iniziale accenno a Patti Smith nella darkissima Hearsay. Ma L’incedere conferma la scelta iniziale, del resto le dichiarazioni dell’artista citano Hole ed X-Ray Spex oltre a PJ Harvey come ispiratrici per il disco, e con Abyss siamo sotto ritmo ed oscurità, in qualche modo intenso e sguaiato insieme. Anche quando il tono vocale si ammorbidisce questo si posa su roventi boogie psichedelici poco distanti da quanto qualche anno fa ci avevano fatto esperire un progetto come L’épée: Honey sarebbe stata spendibile a Monterey o Woodstock, tra fumi di acido volute di Maryjuana. Abyss è un disco che ti trascina, ti trasporta e ti scuote, riuscendo a darti dei colpi letali come una Out Of The Shadows dove l’algidità vocale di Anika si erge a dipingere visioni psichedeliche nel cielo non distanti da quanto i baronetti fecero decenni addietro, con una carica esplosiva a sorreggerla. Ma è tutto l’abisso a conquistare, l’energia, l’oscurità, la magia e la malia. Anika si dimostra ancora una volta musa in grado di ipnotizzarci con i suoi strumenti, lasciandoci inebetiti e lieti di fronte a tanta bellezza.
Anika – Abyss (Sacred Bones, 2025)
