Andrea Marutti/Fausto Balbo – Detrimental Dialogue (Afe/Boring Machines/Fratto9 Under The Sky, 2010)

Detrimental Dialogue è il tipico caso di disco difficile da recensire, sia per l’oggettiva difficoltà di rendere con le parole la bellezza delle composizioni, sia per la quantità di riferimenti in gioco che, a citarli tutti, farebbero perdere la bussola al lettore. D’altra parte il metodo realizzativo, unito all’eterogeneo retroterra di due musicisti (hardcore e darkwave per Fausto Balbo, industrial e ambient per Andrea Marutti), prometteva una certa varietà: i due hanno registrato le tracce poi, nel corso di due anni, le hanno rielaborate in separata sede e finalmente mixate collettivamente.
Come dicevo, il risultato non è facilmente etichettabile dato che entro i confini dell’elettronica viene toccato quasi ogni angolo remoto, dall’ambient isolazionista al rumorismo industrial, fino alle derive più concrete. L’unica definizione che potremmo dare, per quanto decisamente ampia, è di musica cosmica, perché del miglior kraut ritroviamo lo spirito di ricerca unito alla la fascinazione per certa elettronica sporca e guardando la grafica aliena di Stefano “Sicksoul” Rossetti, forse non siamo del tutto fuori strada. Non datevi però troppe certezze: pensate al viaggio allucinato al termine di 2001 Odissea Nello Spazio, ma intrapreso in un universo ingombro di detriti, con un’astronave scassata, dove il computer fa lo spiritoso e i due piloti hanno instaurato un rapporto che oscilla fra sfida e complicità. Lungo le quattro tracce, ognuna caratterizzata da diversi movimenti che si succedono concatenati solo dal prolungarsi di alcuni suoni, vi capiterà di essere disturbati dallo sfrigolare dei mixer in distorsione, attraversati da suoni space o incantati dalla bellezza dei synth che si stendono in morbide aperture melodiche. E poi frequenze che vagano nello spazio e vengono captate quasi per caso: squilli di telefoni, rumorini di videogiochi d’antan, clagori metalli e altro. È ozioso dire che si tratta di canzoni che non trovano la quadratura: nemmeno la cercano e ad ogni ascolto vi appariranno nuove e diverse. Spegnete la luce, mettetevi comodi e partite.