Andrea Cauduro – Without People You’re Nothing (Chiærichætti, 2024)

Il secondo album del musicista torinese d’adozione è un album di persone, di racconti e di azioni. Without People You’re Nothing titola del resto Andrea Cauduro, per poi partire con Paul, Tiziano ed Alice, fabrizio, Gabriele detto Mimmo ed Emilia. Un disco strumentale dove gli strumenti si limitano a cantare creando paesaggi ed immagini spesso in controtendenza con l’unico parametro indicativo e stilistico, quello del titolo. Andrea nasce chitarrista ma sia allarga volentieri ad altre strumentazioni stringendo a sé pochi fidati collaboratori: Paul Beauchamp (suo compare anche nei Chaos Shrine), Fabrizio Modonese Palumbo, Tiziano Teodori e Loris Soano, i colleghi impegnati con lui in questo lavoro. Andrea sembra letteralmente dipingere le note, che abbozzano ritratti e scene da un remoto passato, come ricordi tornati in auge grazie ad un lavoro sulle proprie interiorità. È musica free-folk placida e scheggiata da rintocchi percussivi ma sa anche prendere il volo e librarsi sopra Torino come qualche anno fa fece lo stesso Palumbo con un nastro al quale sono molto affezionato, Doropea. Mi sembra di respirare il medesimo slancio in questo frangente, con musica che diventa respiro e che diventa movimento, corrente. Il suono è però in grado di diventare altro, una versione molto personale di quel che potremmo chiamare country folk, storto e delicato insieme, oppure un estratto digitale e romantico del post-rock. I brani di Cauduro sembra non abbiano intenzione di costruire una narrazione lineare ma emergono come fotografie che decide di descriverci, in maniera fortemente personale ed unica. Scegliendo di tenere per ultima Emilia insegnami a ballare, brano che per 12 minuti si insinua su giri minori ed evocativi aiuta tutti noi a scioglierci ed ad emozionarci, commuovendoci per l’apertura di un personaggio che vediamo poggiato ad un albero, indifeso e comunque deciso. Qualche goccia d’acqua, un bosco, il suono di un disco e di una decina di persone con una sensibilità fuori dall’ordinario.