Spesso il caso ed il tempismo giocano una parte importante nella nostra scoperta e relativa fruizione musicale.
È così che, svegliatomi alle quattro della mattina in un giorno nel quale ho programmato un uscita familiare alle cascate del Reno desisto dal riprendere sonno e spulcio nella casella messenger della nostra webzine. È qui che Philippe Wauman ci ha appena inviato il suo ultimo album Unseen Patterns Of Light, pubblicato dalla californiana Aural Films, etichetta gestita dal californiano Jack Hertz e ricolma di produzioni, fra le quali anche un Thollem McDonas (già con Tsigoti). Ma qui siamo nel regno di Anantakara, parola sanscrita che si traduce con “rendendolo sconfinato” e che in questo disco ci trascina letteralmente con sé in lunghe spirali ambientali e cinematiche dai sospiri spesso sinistri e misteriosi. Ben 78 minuti di musica per un viaggio completo ed ottundente, che ci riporta ad una fruizione rituale e legata agli elementi esterni e naturali. Pattern acustici e sintetici si mischiano a voci misteriose in Wildlife Secret Message, dove percussioni arcaiche di accavallano a beat digitali in un crescendo crepitante.
Il mare entro quale nuota Anantakara è quello di una musica ambientale con più di un riferimento alla new age in maniera però del tutto personale ed intenso. Le lunghe trame dei brani ci riportano a sé con segnali, tintinnii ed evocazioni spaziali a diversa gradazioni, siano essi oscuri o luminosi, sempre legati ad un ritmo che ci mantiene fluttuanti. A disturbare, verso la metà del viaggio, è l’intrusione degli archi in Solar Wind Inpulse, che connotano eccessivamente ed in maniera quasi stucchevole un brano in crescendo che evolve poi fortunatamente altrove. Quando la voce prende il sopravvento, come in Brighter Earths And Wider Heavens il quadro cambia radicalmente, dando intensità maggiore ed una sensazione di incombente drammaticità. Si fluttua in un’oscurità con sprazzi più o meno dinamico fino alla conclusiva Dare To Love Again, beats e scatti, la sensazione di essere entrati per più di un’ora in un flusso che potrebbe continuare ad libitum e che siamo riusciti a descrivere in qualche modo a parole, sapendo che in Belgio troveremo di certo Philippe operare con continuità.