Adorno – Year Two (Shove, 2012)

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Per quanto creda che gli Adorno non aggiungano nulla di particolarmente nuovo alla storia dell’hardcore, ed in questo senso potremmo quasi paragonarli ai La Quiete (e non parlo della musica), posso dire che entrambi i gruppi funzionino molto bene. Sono subito rimasto piacevolmente colpito da questo disco e ciò non ha neppure a che fare con la grafica extralusso del vinile/CD corredato di custodia serigrafata, poster e quant’altro, ma parlo solo ed esclusivamente della musica. Gli Adorno suonano un emo-core washingtoniano post-revolution summer o che da lì prende il via, incorporano dei cantati figli di Guy Picciotto a basi che talvolta possono ricordare delle cose degli At The Drive In. Il tiro dei pezzi è ottimo, le canzoni ci sono e godono di una registrazione che incolla tutto così bene da farlo suonare e spingere dritto sulla pancia. Melodie a presa rapida, cantato emo-core nello stile del sopracitato personaggio, capacità di scrivere belle canzoni, tanto che non rimarrei stupito se questi portoghesi, in un prossimo futuro, si trovassero ad intraprendere una svolta più commerciale (ma non necessariamente peggiore) che li portasse a vendere e ad essere ancora più conosciuti di quanto già non siano (comunque stiamo parlando di una band che si è già costruita una credibilità all’interno del circuito). Questa Year Two, come già Year One in precedenza, è una raccolta che mette assieme una manciata di piccoli vinili e di canzoni che comunque suonano molto bene insieme, quindi niente effetto compilation.