Ablazione Sonora, il grido dell’inorganico

Il connubio fra arte e scienza è antico quanto il mondo, esiste probabilmente da prima che le due discipline assumessero coscienza di sé, si pensi anche solo all’osservazione della natura nel mondo classico o agli studi anatomici degli artisti a partire dal Rinascimento: è un matrimonio naturale ed inevitabile, che arriva ai giorni nostri assumendo nuove forme e perseguendo nuovi obiettivi.
Su questo filone si innesta Un Suono In Estinzione, un progetto di ricerca artistica e scientifica che, in un lungo periodo di tempo (2021-25), si propone di monitorare, attraverso la raccolta di registrazioni audio effettuate in loco, gli effetti del cambiamento climatico sugli ambienti naturali, nella fattispecie il ghiacciaio dell’Adamello in provincia di Brescia, un gigante che, secondo le stime più recenti, è destinato a sparire prima della fine del secolo corrente.
Nato da un’idea del sound artist Neunau, Un Suono In Estinzione ha incontrato l’interesse e il supporto di varie realtà accademiche (le università di Brescia, Pavia e Pisa) e culturali (Umanesimo Artificiale, MUSE) che hanno permesso di sviluppare il progetto lungo diverse direttrici con risultati imprevedibili e sempre interessanti. Quello che da subito è stato comunque chiaro è che uno degli obiettivi fosse utilizzare i suoni raccolti, oltre che per studi ed indagini scientifiche, per realizzare opere e installazioni artistiche che potessero servire a divulgare il tema delle conseguenze del riscaldamento globale oltre la cerchia di addetti ai lavori o del pubblico già sensibile a queste tematiche: Ablazione Sonora è la prima concretizzazione di quest’idea.
Allestita nei sotterranei del Museo dell’Energia Idroelettrica Musil di Cedegolo (BS) è un’opera immersiva che riporta l’udito al centro della conoscenza, in primis emozionale, ma non solo.
Discese le scale metalliche che conducono al piano interrato, il primo contatto con l’installazione – da subito impressionante – è attraverso i suoni che provengono da dietro la pesante tenda nera: la sensazione è che nella stanza si muova una bestia mostruosa e gigantesca; ed è veramente così, in un certo senso.
Entrati, ci troviamo immersi in un’atmosfera diafana e minimale che contrasta brutalmente col drone profondissimo che ci travolge. Circondati da speaker che diffondono il suono, osserviamo in loop, su uno schermo, le ore del giorno che scorrono veloci e le temperature che cambiano, mentre intorno la luce aumenta e cala a seconda del percorso del sole: sono 24 ore di rilevazioni effettuate con registratori bioacustici all’interno di un crepaccio del ghiacciaio dell’Adamello, racchiuse in una manciata di minuti.
Dal punto di vista strettamente musicale, Ablazione Sonora è la dark ambient più oscura che possiate immaginare, un suono del profondo nel senso più letterale del termine, che sembra dar voce a quel “mondo-senza-di-noi” evocato da Eugene Thacker nelle pagine di Tra Le Ceneri Di Questo Pianeta. Ma se il lavoro del filosofo americano muove dall’analisi di cinema e letteratura horror, qui il punto di partenza è tanto più radicale ed estremo quanto più è reale e concreto (il ghiacciaio, la sua fusione, i suoi suoni). E sempre pensando a Thacker e alla sua ipotesi secondo cui il pensiero possa anche avere origine non umana, ci troviamo effettivamente al cospetto di qualcosa di assolutamente inumano, perché il ghiacciaio orchestra la propria dipartita utilizzando frequenze bassissime, tonfi, boati, stridori che non avremmo problemi a definire musica concreta, se solo l’intelligenza che li ha prodotti fosse umana, e non il risultato del connubio di acqua, ghiaccio e aria: forze della natura che, in ultima analisi, sono destinate a farsi anti-umane, date le conseguenze che la morte dei ghiacciai porterà con sé.
Il professor Roberto Ranzi, docente di costruzioni idrauliche e marittime e idrologia dell’Università di Brescia, nel corso della conferenza di presentazione aveva rimarcato il valore artistico dell’operazione ed effettivamente Ablazione Sonora funziona anche se ci si astrae dal contesto e dai contenuti: il suono parla da sé, il senso di dramma che evoca ci porta oltre i nostri saperi razionali, in un certo senso li sommerge per condurci a un diverso livello di coscienza e verso suggestioni che vanno ben al di là del concept di partenza. Dalla stanza si esce scossi e con una conoscenza che poco ha a che fare con l’intelletto, ma non per questo meno profonda e precisa.

Ablazione Sonora è visitabile al MUSIL di Cedegolo (BS) ogni sabato e domenica dalle 14:00 alle 19:00 fino al 27 Novembre 2022.

www.unsuonoinestinzione.ue
www.neunau.org
www.musilbrescia.it