AA. VV. – Alessandria Post Industrial Area (Inverno/Creative Fields, 2017)

Torniamo in contatto con la Inverno records di Guido Bisagni aka Larva 108 con questa raccolta di musica ambient/industrial tutta proveniente da Alessandria: la apparentemente quieta provincia italiana ancora una volta ci dà soddisfazione mostrandoci il suo lato meno noto; il formato scelto, oltre al digitale su Bandcamp, è ovviamente la cassetta, scelta adatta ai suoni. Si inizia con i droni ritmati di AbysmaL, davvero un ottimo brano dalle atmosfere inquietanti per proseguire con un per me inedito Andrea Serrapiglio molto rumoroso con la sua Bosco, davvero notevole la commistione tra il suo violoncello e lo sfrigolare di alte frequenze. Di seguito Cropcircle aka Cecco Testa ed una ottima elettronica sospesa e rarefatta (interessante anche il suo contributo alla serie dei singles club di Finalmuzik), per arrivare a Rocche dove i field recordings cristallini accompagnati dalla chitarra di Ics aka Andrea Ferraris compongono un bel quadretto maliconico, quasi pastorale: una modalità compositiva che in un certo modo trova echi anche nei suoi Luminance Ratio. Dopo troviamo Indunda ovvero Enrico Brunoldi, già in Deep End e One By One We Are Becoming Shades proprio assieme ad Andrea, che compone un eccellente brano da colonna sonora Lynch/Badalamentiana. Chiude il lato A Guido Bisagni / Larva 108 con un crescendo azzeccatissimo, un altro brano in cui fa uso della gran classe a cui in questi anni ci ha abituato, per poi aprire il lato B assieme a Diego Cestino nel duo Corpoparassita, altro nome noto a chi legge queste pagine: magistrale composizione a base di zolfo, voci sovrapposte, loop e tanta inquietudine. Sensazione confermata da humiliHate, con una colata di noise incompromissoria aumentano il rumore e l’ansia e il lato più oscuro della raccolta inzia a far sentire il suo peso. I Sottosuolo non sono da meno con l’elettronica analogica e la ripetizione giocano con la perdizione, sottofondo perfetto per un film di Dario Argento visto all’incontrario: dopo è il turno di Torre Bert, piuttosto orientato a farci pensare allo spazio più oscuro con il suoi richiami ai fratelli Cordiglia (storia bellissima, leggetela!), ma sempre negli abissi del noise con una chitarra acustica unico strumento sopra ad una colata di rumore. Il buio continua con le voci inquietanti circondate da sfrigolii powernoise di Macabro Dio, già dal nome Davide Destro (Infection Code, La Colpa) annuncia legami con il demonio, in un vortice di suoni tanto azzeccati quanto mortiferi; il breve ed efficace brano di Spiriti Formati Da Linee, alle prese con un perfetto drone cupo a basse frequenze che ci dà comunque un momento di respiro rispetto alle bordate appena ascoltate: il finale di Sala Delle Colonne con un remix in odore di EBM “sinfonica” chiude con qualcosa di diverso che è davvero distante dai miei gusti. Nel complesso la qualità è davvero molto alta, e dopo avere ascoltato questa raccolta la prossima volta che passerete da “Lisandria” la guarderete senz’altro con un occhio diverso.