A Bad Day – Flawed (Tiglio, 2025)

A Bad Day è lo pseudonimo sotto cui si cela questo progetto che vede Egle Sommacal e Sara Ardizzoni suonare assieme.
Se si è lettori o scrollatori di Sodapop è inutile presentare i due compositori/chitarristi, ma per dovere di cronaca diamo alcuni riferimenti essenziali.
Sommacal è il chitarrista dei Massimo Volume ed ha collaborato, tra gli altri, con Pierpaolo Capovilla per il progetto Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri. E’ una figura di spicco della musica alternativa italiana, nonostante il basso profilo tenuto e un approccio alla chitarra del tutto sperimentale. Anche per quest’ultimo motivo è un guitar (anti)hero per sperimentatori e amanti del suono.
Ardizzoni è chitarrista, compositrice e cantante col suo progetto solista Dagger Moth. Ha all’attivo diversi album e una carriera solidissima. Collabora, come chitarrista, con Cesare Basile e i Massimo Volume.
Entrambi coltivano un approccio alla chitarra del tutto peculiare ed originale. Infatti, entrambi sono tessitori di trame, costruttori di paesaggi, evocatori di emozioni. La tecnica chitarristica e la ricerca del suono non sono fini a se stessi, ma si fanno strumenti di una messaggio, di un pensiero tanto coerente quanto complesso e stratificato

C’è l’impressione nell’ascolto di questo “Flawed” che nulla sia abbandonato al caso. Le strutture sono libere, ma guidate in un sentiero sicuro per l’ascoltatore, anche se sempre in bilico tra l’ignoto della composizione ed il calore del suono. Il suono non si fa mai acido e fastidioso, ma abbraccia toni caldi o, al massimo, tiepidamente freddi. L’acidità è tenuta ben alla larga, così come distorsioni troppo invadenti. Non è un disco drone.
Le chitarre non escono mai incontrollate o debordanti. I suoni, però, se non sapessimo che provengono tutti da due “sei corde”, potrebbero trarci in inganno facendo pensare a sintetizzatori o anche ad archi acustici.
Il tutto si condensa in undici pezzi di delicata (a)simmetrica intesa tra i due, come solo chi si conosce ed ha passato del tempo a suonare assieme sa trovare.
“Flawed” è, dunque, un disco bello ed essenziale. Sicuramente difficile all’ascoltatore poco attento, ma stracolmo di stimoli per chi vorrà farsi accompagnare in un viaggio fatto di tocchi e rintocchi, immerso nel puro suono.