Il violoncello gode ultimamente, in campo avant, di grande considerazione, dalle composizioni neoclassiche di Julia Kent a quelle più cinematiche dei vari progetti di Teho Teardo, giusto per fare due esempi noti ai più. Altrettando rapidamente sta però rischiando di fossilizzarsi in sonorità e pratiche decisamente troppo ripetitive ed è quindi un piacere poter ascoltare qualcosa che porti lo strumento al di fuori dei soliti schemi.
Fuori da ogni schema, sarebbe più giusto dire, per quanto quello che ascoltiamo in Red Night sia musica che non si abbandona alla casualità ma da voce a un flusso di coscienza strumentale frutto di tre musicisti evidentemente affiatati (Macarena Montesinos al violoncello e Niet F-n all’elettronica, i 23RedAnts, accompagnati da Pablo Orza alla chitarra preparata). Il brano eponimo, spigolosissimo, fa subito capire che aria tira, all’insegna di un’alchimia sonora dove borbottii e disturbi, corde stridenti e brevi momenti di stasi ci fanno attraversare atmosfere prossime all’apocalisse che lasciano il segno. Sono così benvenute le più quiete (ma per certi versi non meno inquietanti) Loss e Microbi, dove il violoncello ricopre un ruolo più tradizionale, con gli altri strumenti ad assecondarlo in composizioni prossime a certa classica contemporanea. È tempo però di tornare ad alzare il volume e, dopo un po’ di calma, la cosa non dispiace, essendo in questi contesti che il gruppo da il meglio di sé. Bajo El Agua è il momento migliore del disco, proponendo un vortice di emozioni che al contempo coinvolge e respinge, fra accenti free, severità classiche ed illusori attimi di pace che accentuano il senso di dramma imminente. Contrast ne riprende in parte le atmosfere e, pure senza toccare queste vette, sigilla degnamente un disco intenso, dove i suoni del contemporaneo si fondono alla perfezione con un’espressività non sempre facile da raggiungere in un ambito che si perde, talvolta, in eccessive cerebralità.