Barbara de Dominicis – Body Maps (Folderol, 2022)

Non conosco personalmente Barbara de Dominicis ma la sua opera mi incuriosisce parecchio. Body Maps, lavoro che vede la luce per l’etichetta capitolina Folderol Records, si ricollega nelle mie ori ad esperienze e corpi musicali significativi. Questi suoni sembrano vivere tra atmosfere di casa Tomlab ed un’espressionismo vocale che la avvicina a mondi attraversati da personaggi come Patrizia Oliva e Cristiana Fraticelli, per non parlare di YvonneCornelius(Madame P, IOIOI e Niobe, rispetivamente). Mettiamoci i Matmos poi, per la matericità e l’organicità del suono suggerita dall’ensemble a servizio di Barbara. Troviamo diversi nomi, più o meno noti al sottoscritto ( l’ignoto diventa poi materia d’approfondimento, scoperta, spesso acquisto, seguito, ragione di vita…è la nostra rovina ma è parecchio interessante insomma! ) come Giulio Maschio alla batteria, Marco Bonini alla chitarra , Elio Martusciello e Marco Messina all’elettronica, Massimiliano Sacchi al clarinetto basso, Erica Scherl al violino, Andrea Serrapiglio al violoncello, David Stampfli alla voce e Teho Teardo al piano.
La musica sembra ricamare dei piccoli minuetti tormentati, dove la voce ed il corpo di Barbara si muovono come un’Alice delle meraviglie alle prese con il viaggio allucinante di Richard Fleischer. Mouth
Bones
Womb
Heart
Hands
La mancanza della mente rende il tutto ancor più fluido e spontaneo, quasi un oasi amniotica dove strappi, sussurri e trilli si susseguono in un mondo, come il nostro, basato sull’acqua. Le sorprese sono infinite, non troviamo attimi di pausa e balliamo tra gorgoglii e beats,
magari immedesimandoci nei corpi estranei che quotidianamente ci attraversano. Del resto nasciamo con lo screaming, viviamo grazie a drones regolari, produciamo grazie a complicate sessioni di mix, veniamo sostenuti grazie a beats ed interagiamo con la fisicità con degli stentati claps. Siamo esseri musicali, Barbara lo sa perfettamente, facendoci partecipi di un’opera che è un tuffo dentro di noi, dentro la nostra musica. Basterebbe questo, ma l’autrice parla anche di una sensualità (di)svelata, negata e recuperata, ed allora penso all’effetto che la musica fa ai suoi esecutori nelle loro performance, alle movenze che assumono e di rimando propongono ad un pubblico ricettivo, consumando rituali di seduzione reciproca e di amore. Body Maps di Barbara de Dominicis è un brillante viaggio dentro di noi e dentro di loro, io l’ho iniziato facendomi guidare da un’intervista alla medesima artista effettuata da Andrea ICS Ferraris su queste pagine 10 anni fa tondi tondi. Rileggendola mi accorgo di quanti mondi si aprissero in quelle parole, uno di sicuro è stato racchiuso in queste mappe, iniziate pure da qui, cellula dopo cellula.