Candies - Leaving Our Homes (Ee:lettro/Audioglobe, 2001) Breakfast - S/T (Santeria/Audioglobe, 2001) Giano bifronte: l'atteso album dei Candies si presenta con due facce ben distinte, che si alternano rigorosamente all'interno del disco: un lato malinconico e rallentato, l'altro furioso e slabbrato. Il titolo del disco e dei brani, letti l'uno dopo l'altro, formano una inquietante frase, che recita: "Leaving our homes we're trying to connect our system to heaven, so that when someone dies we can leave a message" e questo rende bene l'idea dei sentimenti che pervadono questi nove brani. L'iniziale We're Trying, col suo incedere rallentato, alternato con esplosioni ruvide, dà subito la misura del disco, sognante, malato e nervoso, molto nervoso. Si continua con l'efferata To Connect con la collaborazione alla voce di Kevin Branstetter dei Trumans Water, per cambiare poi emozione e sprofondare nei meandri commoventi di Our System, arricchiti da vibrafono e violoncello rispettivamente di John Convertino e Volker Zander, entrambi Calexico. Come avrete notato le collaborazioni sono di prima scelta, ma non fatevi fuorviare, la sostanza del disco è personale, come ci vogliono chiarire la frenetica To Heaven e So That When, sospesa per parecchio prima di impazzire nel finale teso e spiazzante. Ma è sul finire del disco che Leaving Our Homes acquista valore, con Someone, ancora impreziosita da vibrafono e violoncello, la tensione mal sopita di Dies, la follia di We Can Leave, ma soprattutto con lo splendido drone immobile di A Message, un tormento sonoro indimenticabile, tra blips, fruscii e bassi pulsanti. Un debutto sulla lunga distanza maturo e coeso, in attesa di un brillante futuro. |