Candies - Leaving Our Homes (Ee:lettro/Audioglobe, 2001)
Breakfast - S/T (Santeria/Audioglobe, 2001)

Giano bifronte: l'atteso album dei Candies si presenta con due facce ben distinte, che si alternano rigorosamente all'interno del disco: un lato malinconico e rallentato, l'altro furioso e slabbrato. Il titolo del disco e dei brani, letti l'uno dopo l'altro, formano una inquietante frase, che recita: "Leaving our homes we're trying to connect our system to heaven, so that when someone dies we can leave a message" e questo rende bene l'idea dei sentimenti che pervadono questi nove brani. L'iniziale We're Trying, col suo incedere rallentato, alternato con esplosioni ruvide, dà subito la misura del disco, sognante, malato e nervoso, molto nervoso. Si continua con l'efferata To Connect con la collaborazione alla voce di Kevin Branstetter dei Trumans Water, per cambiare poi emozione e sprofondare nei meandri commoventi di Our System, arricchiti da vibrafono e violoncello rispettivamente di John Convertino e Volker Zander, entrambi Calexico. Come avrete notato le collaborazioni sono di prima scelta, ma non fatevi fuorviare, la sostanza del disco è personale, come ci vogliono chiarire la frenetica To Heaven e So That When, sospesa per parecchio prima di impazzire nel finale teso e spiazzante. Ma è sul finire del disco che Leaving Our Homes acquista valore, con Someone, ancora impreziosita da vibrafono e violoncello, la tensione mal sopita di Dies, la follia di We Can Leave, ma soprattutto con lo splendido drone immobile di A Message, un tormento sonoro indimenticabile, tra blips, fruscii e bassi pulsanti. Un debutto sulla lunga distanza maturo e coeso, in attesa di un brillante futuro.
I Breakfast nascono a Milano nel giro Afterhours, Cristina Donà, SUX!, da due appassionati dei Beatles, con l'intenzione di una rilettura in chiave maggiormente attuale di quelle sonorità. Il risultato, ottenuto con moltissime collaborazioni (ci sono anche Micevice e Scisma), pare tornare con l'iniziale Fuori Piove Con Il Sole, molto Mercury Rev ultima maniera, con ritornello in italiano e strofe in inglese, in Sometimes Ice Cream, con un bel giochetto di parole o in Sunny Day; Ginestre con la voce della Donà oppure Non Fa Male e Necessità sono marcatamente Afterhoursiane e spezzano gli intenti iniziali: le varie collaborazioni premiano solo quando non deviano il disco verso sonorità "milanesi". Il disco mostra però come il potenziale sia buono, aspettiamo quindi sviluppi più personali.


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