The Flaming Lips

Monografia obbligatoria per una band che ADORO. Informo così che i commenti di questa pagina sono faziosissimi e dettati da una grande passione (almeno non potrete dire che non vi avevo avvertito).

In attività dal 1985, da sempre residenti in Oklahoma, nonostante siano pubblicati da Warner già da qualche disco, non hanno ancora perso la loro visionarietà, anche se certe pazzie degli esordi erano date per scomparse prima della pubblicazione dell'ultimo Zaireeka, quadruplo disco intriso delle piccole grandi follie che da sempre sono marchio del gruppo. Chi li conosce sa che il mondo dei Flaming Lips è popolato di astronauti, animali improbabili, chirurgie telepatiche e un'infinità di altre figure a volte ricorrenti: il domandarsi cosa tutto ciò sottintenda in maniera razionale porterebbe a distorcere le visioni di Wayne Coyne e compagni, il segreto sta nell'apprezzare le malate fantasie naif e le poche dichiarazioni di consapevole diversità in un mondo di spaventosa normalità.
La musica si è modificata negli anni, mantenendo però sempre alcuni aspetti: abbandonate certe sonorità che risentivano del punk, il gruppo ha creato un suono a metà tra psichedelia lisergica e barrettiana e il noise-indie, con influenze dichiarate che vanno da Captain Beefheart fino ai Sonic Youth; questo suono particolare, che ha punti in comune con quello dei primi Mercury Rev, gioca tutto su melodie orecchiabili ed infantili, costruite con l'uso di pianole scordate, acustiche sgangherate, ma soprattutto da chitarre in saturazione, con un suono sfocato e dolciastro: il punto è che ci si trova immersi in una atmosfera da sogno distorto, che lentamente svanisce tra fischi e cigolii. In studio il gruppo ottiene i suoni voluti con amplificatori in cascata, qualche sintetizzatore e molta fantasia, meravigliando ad ogni ascolto per la capacità di riproporre un suono riconoscibile, ma sempre in evoluzione. Ultima tappa di questa ricerca sonora sono i boom box experiment, concerti in cui il gruppo fa suonare in contemporanea decine di nastri appositamente preregistrati, con l'aiuto degli spettatori, che partecipano alla costruzione di un evento sempre unico. Ai posteri l'ardua sentenza: fancazzisti oppure sperimentatori?



Discografia A questa discografia si devono aggiungere le partecipazioni ai tributi a John Lennon, Neil Young e Suicide, alcuni EP dai titoli molto bizzarri (come Wasting Pigs Is Still Radical) e una buona quantità di singoli, in cui i Flaming Lips inseriscono versioni stranite delle canzoni del disco, trasfigurate in bislacche marcette o avvolte da cascate di suoni spaziali.

Tutto comincia con Hear It Is, esordio dei Flaming Lips sulla lunga distanza in cui, nonstante le influenze punk, si comprende essere un'altra l'anima del gruppo, che infatti colpisce di più nei brani meno "codificati". Il disco non è certo ottimo, però ha una manciata di canzoni notevoli, quattro tra tutte: Trains, Brains & Rain, la lenta e straziante Jesus Shooting Heroin, Man From Pakistan, e la bellissima Godzilla Flick, in cui è già presente un testo surreale (in cui compaiono Godzilla e Clint Eastwood!); si nota in coda una cover di Summertime Blues già suonata da The Who. Il suono è ancora acerbo, ma avranno tempo... Già in Oh My Gawd!!!...The Flaming Lips c'è un piglio più lisergico nell'affrontare la materia sonora, che emerge soprattutto nella pinkfloydiana One Million Billionth Of A Millisecond On A Sunday Morning, della durata di nove minuti, con cui si inaugura la serie dei titoli lunghi; ci sono anche stranezze come Ode To C.C.(part II), canzone(?) registrata al contrario, e la melodia pop di The Ceiling Is Bending. In un pezzo come Everything's Explodin', i Flaming Lips danno prova della loro capacità di costruire crescendo avvolgenti, caratteristica che li contraddistingue tuttora; il meglio però arriva con la canzone finale Love Yer Brain, in cui una ballata per piano e voce si conclude con la distruzione del pianoforte stesso, tutto fedelmente registrato! Il piglio originale del gruppo si sviluppa ulteriormente con il terzo album Telepathic Surgery, dopo il quale la band virerà per approdare a nuove sonorità, per ora la sola canzone che potrebbe appartenere al repertorio futuro è Chrome Plated Suicide, il cui testo cita Iggy Pop e trasmette malinconia con il suo mischiare sogni e fobie; le canzoni migliori sono le brevi Shaved Gorilla e The Spontaneous Combustion Of John, superate però da U.F.O. Story, in cui Wayne nella fase iniziale racconta una storia che riguarda lui, Michael Stipe dei R.E.M. e gli UFO, sviluppandosi prima in frastuono di chitarre e distorsioni, poi in un a solo di piano. Merita una citazione anche lo strumentale di ventitrè minuti Hell's Angel's Cracker Factory, giocato tutto sul suono delle Harley rifatto con la chitarra elettrica. Il primo album del nuovo corso e l'ultimo per la Restless è In A Priest Driven Ambulance, in cui la novità è il suono delle chitarre : la saturazione si spinge oltre ogni limite, fino al ronzìo, per ottenere trascinanti melodie di inni come God Walks Among Us Now, che fa parte delle jesus song, un gruppo di canzoni misteriosamente accomunate da questo sottotitolo; difficile trovare d'ora in poi nei dischi dei Flaming Lips canzoni poco stimolanti, qui da Unconsciously Screamin' alla cover di What A Wonderful World, si passa da sfuriate agrodolci ad acustici malinconici. Superlative sono poi le due bonus track, provenienti dall'EP Unconsciously Screamin' : Lucifer Rising è un pezzo duro, costruito su di un riff potente e Let Me Be It per la sua melodia accattivante e per la ripetività del ritornello non sfigurerebbe nel capolavoro del gruppo, il successivo Hit To Death In The Future Head, in cui i temi di sempre sono ampificati fino all'esagerazione, anche grazie all'introduzione in alcuni punti di una sezione d'archi, che sovrapposta al noise dal sapiente missaggio di Dave Friedmann, non risulta per niente stucchevole come era invece logico prevedere. In questo disco le gemme si susseguono una dopo l'altra, a cominciare dal singolo travolgente Talkin' 'Bout The Smiling Deathporn Immortality Blues (Everyone Wants To Live Forever), per continuare con Gingerale Afternoon, Halloween On The Barbary Coast e The Magician Vs. The Headache, dove, nei canonici tre minuti, si sviluppa una potenza di fuoco incredibile, con un folle ritornello. Il disco contiene anche pezzi lenti, ma il tutto ha un'attitudine di triste consapevolezza mascherata da spensieratezza adolescenziale; il disco non ha avuto alcun successo di vendite, che invece è arrivato moderatamente con Transmissions From The Satellite Heart, grazie al singolo She Don't Use Jelly, il cui video ha avuto l'heavy rotation su Mtv. Nel disco più noto troviamo una attitudine più pop, ma anche pezzi lo-fi come l'intensissima Chewin The Apple Of Your Eye, o la conclusiva Slow Nerve Action. Non mancano le roventi chitarre e le folli melodie come in Be My Head e Superhumans; nel complesso questo disco rappresenta il miglior mezzo per avvicinarsi al pianeta delle lingue fiammeggianti. Dopo questo disco la band si è sentita in dovere di dimostrare che il suo ambito era rimasto quello "underground" e questa volontà si è espressa nel successivo EP Providing Needles For Your Balloons, dove sono presenti canzoni già edite su compilation o su retro di vecchi singoli, con la comune caratteristica di una attitudine di bassa fedeltà : le registrazioni sono state fatte su quattro piste o su stereo casalinghi. Spiazzante Slow Nerve Action, tratta da un radio show, nel cui finale è stato aggiunto anche un piccolo strumentale; altri pezzi memorabili la cover di Chosen One di Smog eseguita live in un negozio di Minneapolis e l'iniziale Bad Days, a dire il vero la canzone più "pulita" del disco, ripresa anche nel successivo Clouds Taste Metallic. Questa volta una parte dei vecchi fans si è sentita "tradita" dal gruppo, reputando il disco troppo "morbido", ma ad un ascolto più attento si può notare un'attenzione crescente per le melodie, più riuscite che altrove e anche una poetica ancor più disincantata e malinconica. Non mancano certo i pezzi trascinanti e coinvolgenti come Kim's Watermelon Gun e Lightning Strikes The Postman, ma il meglio arriva con Evil Will Prevail, dal titolo esplicativo e con They Punctured My Yolk, che racconta la storia di un astronauta innamorato di una collega che parte per un viaggio interplanetario (altra trama paradossale è quella di Guy Who Got A Headache And Accidentally Saves The World, che si commenta da sè). A mio avviso questo disco, nonostante sia maggiormente melodico, contiene pezzi notevoli e soprattutto riesce ad ottenere un ottimo risultato d'insieme; inoltre non si può certo parlare, come avevano fatto alcuni, di crisi compositiva, dato che l'ultima uscita discografica è un'idea originale ed accattivante: Zaireeka è infatti un disco composto da quattro CD da suonare contemporaneamente, oppure combinati tra loro, per creare un ascolto non univoco. Oltre ad essere una interessante e stimolante idea, la canzoni contenute in questo bizzarro formato sono sì sperimentali, ma riescono ad attirare l' ascoltatore, anche se ascoltate un disco per volta, grazie come sempre all'astuto missaggio dell'immancabile Dave Fridmann. Oltre a queste otto canzoni multiple è annunciato nel prossimo futuro l'ottavo album del gruppo, dal quale si attendono nuove evoluzioni sempre all'insegna di una folle fantasia.
In seguito sono usciti The Soft Bulletin e Yoshimi Battles The Pink Robots.



In rete: www.flaminglips.com, il sito ufficiale, rinnovato di recente dai maghi del web di Bluish.

Ho avuto la fortuna di assistere ad un concerto dei Flaming Lips
al Binario Zero di Milano, dopo l'uscita di "the soft boulletin"; devo ammettere
che raramente mi è capitato di trovare un artista così trascinante, quasi
impeccabile nell'esecuzione dei pezzi eppure folle nel proporsi al pubblico
(palloncini colorati, marionette a forma di suora, un gong sul palco...). Io,
che ho scoperto i Flaming grazie ad una mia vicina che mi aveva passato
"telepathic surgery", non potrò più dimenticarli. Grazie Wayne!
Stefano.

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