Riow Arai - Mind Edit (Leaf, 2003)

L'hip hop strumentale è la nuova manna dal cielo per il mondo dell'elettronica. Ci si fanno le ossa tutti. Dai popsters come Manitoba ai postrockers come Fourtet, dal paroliere Prefuse 73 al nuovo Money Mark che è Dosh, tastierista dei Fog. Disturbare dei beats quasi familiari quali quelli presenti nei dischi anche del pop più mainstream oggigiorno è diventata la scuola per tutti. Poi si danno al rendere vendibile tutto il possibile. Però per ora si esercitano, sampler alla mano, a costruire impossibili loop su cui un RZA qualsiasi potrebbe divertirsi a breakkare in compagnia... Non aspettatevi le follie massive di Timbaland, ma fate conto che Aphex Twin giochi al dj hip hop per un giorno. Il cut up selvaggio del giapponese Riow Arai suona così, nel 1999, anno di pubblicazione nella sua madre patria di questo disco. Devastante, passatemi l'esaltazione. Vi assicuro che nel gioco quasi funk di Disturbance, una hit per certi versi, trovi tutto lo spirito divertito di una etichetta di culto come la Leaf, che non sbaglia una uscita. Dio mio. E' talmente disturbante che può essere accostata in un mix con George Clinton senza sfigurare. Ti aspetti James Brown da un momento all'altro... Riow Arai è anche il personaggio dietro la signorina Tujiko Noriko, meravigliosa interprete del pop elettronico di questi anni. Vi giuro, ma veramente, che non riesco ad ascoltare questo disco senza muovere il didietro... Se vogliamo lanciarci in una squallida retorica razzista potremmo dire che Riow Arai sta all'electronica come Cornelius sta all'indiepop. Due pesci che sguazzano nella loro piscina, liberi da catene culturali che non gli permetterebbero di smazzare tagliuzzare sminuzzare frullare quello che vogliono.

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