Temporary Residence

Con sede in Baltimora, la Temporary Residence negli ultimi anni ha acquisito sempre più importanza, da quando il cosiddetto "post" o comunque quello che fino a qualche anno fa era accessibile a pochi, è diventato fenomeno di massa. Ottime tutte, o quasi, le proposte del catalogo: dalla dolcezza di bands strumentali (Tarentel, Cerberus Shoal, Lumen) a elettronica alla Sybaryte o indiepop alla Kilowatt Hours. Tutto quello che mi è capitato di ascoltare è di ottimo livello. Da due anni inoltre è attivo una sorta di "singles club" che distribuisce, pagando in anticipo e con scadenza periodica, EP in CD con brani inediti di un sacco di bands (lo scorso anno è toccato tra gli altri a Papa M, Mogwai, Low, Bonnie Prince Billy, mentre la prossima serie avrà Appendix Out, Black Heart Procession e Songs: Ohia, più molti altri, per la maggior parte supergruppi o progetti solisti di bands maggiori). Per info trl@temporaryresidence.com.

Cerberus Shoal - Homb (Temporary Residence, 1999)
Lumen - The Man Felt An Iron Hand Grasp Him... (Temporary Residence, 2001)
Ormai sono una conferma. Sono una delle più influenti bands del panorama "post" mondiale, e questo Homb, uscito ormai un paio di anni fa, prima del più recente Crash My Moon Yacht, è stupendo. Sono in sei e questa mi pare essere la loro opera più ispirata. I pezzi sono solo cinque ma dilatatissimi, e ci sbattono in faccia tutte le loro influenze, per la prima volta introducendo anche qualcosa di "etnico" all'interno del loro sound. Harvest è un crescendo di drones e beats densissimi, molto Eno e molto "luminoso" (anche se non ha senso, è questa l'idea che mi dà…). La seconda traccia Omphalos è tra le più caratteristiche della loro produzione. Guidata da un drone di basso e da percussioni varie arriva a diventare una vera e propria "ragnatela" di suoni e ritmi. In conclusione del disco, quello che su vinile sarebbe il lato B, cioè la suite Myrrh. Esplosioni musicali e "climatiche", progressioni degne di Pink Floyd (ma un miliardo di volte meglio) e King Crimson, e tanto tanto jazz (Miles Davis - Bitches Brew - era). Gran lavoro di chitarra claustrofobica e di organo definibile "fantasma", visto che si sente ma non si riconosce. Il bello che alcuni dei momenti migliori del disco sono proprio quelli dub o drum n'bass. Ma non è stata usata alcuna elettronica per registrarlo. E' tutto il prodotto di anni e anni di sviluppo dal punto di vista compositivo e tecnico. Impressionante.
Il lunghissimo titolo dei Lumen non è nient'altro che una citazione da Calvino, e se ci mettessimo a tradurla, ci sembrerebbero un gruppo black metal o al massimo gothic dark. Ma non c'è niente di più falso. La band, che comprende membri di Tarentel e Andee Connors di A Minor Forest (visto di recente dietro i tamburi dei miei beniamini J Church) suona un rock, strumentale molto molto post. Sebbene la struttura dei pezzi non sia intricatissima (scordatevi il math-rock per un po'), riescono ad amalgamare perfettamente chitarre acustiche, basso, accordino e batteria. Quest'ultima letteramente "pestata" (dovete vederlo dal vivo) da Andee. Certo, è progressive rock del più classico, molto Yes o King Crimsoniano, come suggeriscono le liner notes, ma si sentono anche influenze di Morricone, soprattutto nelle atmosfere, del buonanima John Fahey, di Rex e Papa M. In alcuni momenti sono quasi sinfonici, in altri più riflessivi, e, ascoltati a volume abbastanza alto, risultano molto suggestivi. Un ottimo esordio. Ancora di più se pensiamo che è un progetto parallelo, quasi un "gioco" di chi è impegnato con altre bands. Da ascoltare bevendo un the e leggendo un buon libro.

The Halifax Pier - S/T (Temporary Residence, 2001)
Rumah Sakit - S/T (Temporary Residence, 2000)
Ho ancora le lacrime agli occhi. Le recensioni incensavano questo debutto, ma sinceramente non pensavo che potesse essere così devastante. Folk. Punto e basta. Ma mai è stato così commovente ed evocativo. Qui dentro c'è l'amore e la malinconia. Storie di perdita e speranza, narrate semplicemente da chitarra acustica, percussioni e archi. Un intro senza titolo strumentale che basterebbe ad accontentare migliaia di gruppi che si definiscono "post-qualcosa", poi cinque pezzi uno migliore dell'altro. Non servirebbero le parole per descrivere la dolcezza e l'incantata bellezza di questi piccoli capolavori, ma le melodie dei Godspeed You Black Emperor! (ottimi, li amo) finiscono quasi a sfigurare con gli Halifax Pier. Il loro è un prodotto molto più semplice ed accessibile, fruibile anche da chi non riesce ad assimilare i crescendo rumorosi dei suddetti canadesi, e questo rende il lavoro qualcosa di entusiasmante, di unico. Non saprei infatti a chi ricondurli. Folk, appunto, sognante e malinconico. Ce ne fossero di gruppi così. Semplici e immensi. Da comprare a scatola chiusa.
Da San Francisco, California, questi Rumah Sakit sono quattro ragazzi accomunati dall'amore per il prog rock, il jazz e il pop contemporaneo. Il loro suono appartiene tanto ai King Crimson quanto a Miles Davis, con tanto di citazioni Pink Floydiane nei titoli (Careful With That Fax Machine). E' math-rock del migliore, quello che ci propongono, spesso si sentono le influenze dei Tarentel con i quali condividono il bassista Kenseth Thibideau, ma invece che puntare sulla perfezione tecnica (in ogni caso indiscutibile), come ci hanno abituato i grandi nomi del genere, Don Caballero e Paul Newman su tutti, si soffermano più sulla ricerca di atmosfere, a volte più claustrofobiche, a volte più meditative. L'album si apre con un duello di chitarre, prontamente seguite da basso e batteria, per poi regalarci momenti di quiete con Scott & Jeremiah, per poi ritornare nel caos dopo pochi minuti. Probabilmente il brano più strano è Bring On The Cobras, come suggerisce il press release dell'etichetta, molto Sun Ra, con tanto di piano e basso funkeggiante e slappato. Chiude il disco Stomachache Due To The Sincere Belief That The Rest Of My Band Is Trying To Kill Me, e se il brano non vi farà muovere la testa, vuol dire o che non state ascoltando o che siete morti. O entrambe le cose. Di ascolto non semplicissimo, ma sicuramente un bell'esordio…

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