Radiohead - Kid A (Emi, 2000)

Si prova stupore ascoltando per la prima volta il nuovo lavoro dei Radiohead, che tutto sembra tranne che un loro nuovo album: piuttosto un'ipotetica colonna sonora per un qualche film (come suggerisce il brano conclusivo), ambientato in un gelido inverno di uno squallido futuro... Non aspettatevi una nuova Creep, nè tantomeno un'altra High & Dry. Non aspettatevi neppure un disco rock. Di tutto questo non c'è più traccia nella band di Oxford, che, passato il testimone alle 'nuove leve' Muse e Coldplay, con innegabile coraggio evita di sfornare hits di sicuro successo e lascia in secondo piano l'aspetto promozionale, per dedicarsi alla creazione di un lavoro diverso, globalmente importante ed ambizioso, che se di primo acchito appare inconcludente, lascia poi scoprire le sue bellezze a chi con calma sappia dedicargli la giusta attenzione. Ispirato, malinconico, triste e a tratti fatalista e cupo, Kid A offre diversi momenti convincenti. Everything In Its Right Place, innanzitutto: è l'incipit, e si ha la sensazione che stia iniziando qualcosa di grande; morbida, elastica, avvolgente, mescola pensieri e voci distorte ad altri effetti vari, emozionando. Da segnalare è pure l'impensabile The National Anthem, imperniata su un giro di basso prepotente ed ossessivo, che lascia poi spazio a libere evoluzioni di fiati: sei minuti 'electrock' con squarci free jazz, quasi una improvised session...davvero notevole. La prima 'canzone' propriamente detta arriva solo come quarto brano: si tratta di How To Disappear Completely, splendida ballad malinconica che potrebbe essere appartenuta a Jeff Buckley, sconsolato rifiuto di una realtà cui non si sente di appartenere ("I'm not here...This is not happening"); per me, senza dubbio il brano migliore del disco. Con il singolo Optimistic si torna al recente passato pop-rock: potrebbero addirittura sembrare gli U2, ma l'intensità palpabile li fa volare più in alto. Stesso riferimento per In Limbo, che propone altre atmosfere liquide e melliflue; musica come acqua purificatrice, che scorre addosso e all'interno, liberando dalle infinite angosce esistenziali: "I'm lost at sea...don't bother me...I've lost my way". Ritmi elettronici e giochi di voci sovrapposte tornano a farla da padroni in Idioteque, apparentemente registrata in una foresta urbana del 2050 (?). I suoni elettronici infine si smorzano dando vita alla dolce, quieta, malinconica Motion Picture Soundtrack, deliziata da organetto ed arpa.
Alcuni altri momenti lasciano un poco più perplessi... Le non memorabili sperimentazioni della title-track ad esempio, o la strumentale Treefingers, noiosamente 'atmosferica'. Cosa dire poi della 'ghost-track' nascosta in fondo (appena pochi secondi, assolutamente inutili, di tastiere), per giustificare la quale ci si è inventati di tutto... Mah!
E' senz'altro apprezzabile la volontà dei Radiohead di rinnovarsi e di rischiare (solo in parte, poichè - come essi stessi ammettono - l'enorme successo di Ok Computer ha dato loro la possibilità di tentare ogni carta); ma con queste 'sperimentazioni' elettroniche, sulla falsariga di Brian Eno o Aphex Twin (a seconda dei casi), non fanno altro che cambiare la loro musica, non certo la Musica in generale. Insomma, grazie a questo disco possiamo vedere dove ha intenzione di andare la band, ma non certo dove va la musica moderna... Qualche tastiera e voci campionate non fanno poi così 'avanti'!
Kid A stupisce e spiazza al primo ascolto, ma poi convince solo al 50%, risultando alla fine eccessivamente lento e lamentoso. Pagherà questo azzardato cambiamento? La mia impressione è che scontenterà molti, anche perchè ormai ci si è abituati a comprare uno o due dischi all'anno più o meno a botta sicura, e difficilmente ci si sforza di 'capire' una band in evoluzione.
Un disco comunque bello ed interessante, ricco di suggestioni, ma non certo un indimenticabile capolavoro rivoluzionario.

La rivoluzione non si fa con la musica.
La musica non può essere altro che se stessa.
Così i due tanto discussi album "kid a" e "amnesiac"
sono solamente dei raccoglitori di note, stupendamente
accostate e ben arrangiate. Io ho avuto il piacere di
ascoltare il gruppo nalla data di Verona e non ho visto
nessun tentativo di sperimentazione, ma solamente una
grande voglia di suonare tutti gli strumenti che la tecnologia
oggi ci offre. Cambiano i tempi e cambia la musica, o
meglio cambia l'approccio con il quale ci si siede davanti
ad un pianoforte.
Diego
Sono stata al concerto dei radiohead a Berlino mi trovavo lì
per il gemellaggio ed è stato bellissimo: Thom è stato bravissimo.
Anna

kid a rappresenta non solo un tentativo di rinnovamento da parte di un
gruppo rock di alto livello e non va inteso come un freddo esercizio
'barocco' e intellettualistico, penso invece che quest'album dei radiohead
possa rappresentare un nuovo ed efficace tentativo di 'imparentamento'
tra il rock e la musica colta contemporanea,che si verifica, sia a livello
strattamente musicale con gioielli come 'the national anthem' o 'optimistic',
sia a livello di arrangiamento, basti pensare a 'how to completely disappear',
sia a livello timbrico attraverso l'uso del computer con scopi creativi e
mai superflui (come in 'idioreque' o in treefingers). nell'album ci sono
anche richiami al minimalismo colto di terry railey o steve reich e alle
'invenzioni' di stockhausen o di boulez.
in questo senso pių che ai muse o ai coldplay, kid a č un album accumunabile
ai lavori di artisti di confine come frank zappa (che imitava boulez e varese),
i pink floyd (che utilizzavano il minimalismo) o da'altro lato cathy barberian
(cantante lirica che inseriva nei suoi recitals canzoni dei beatles e brani di musical),
terry riley (il padre del minimalismo, suonatire anche di jazz e di musica indiana)
i kronos quartet (quartetto d'archi che alterna musica contemporanea a rivisitazioni
di musica rock e pop) o john zorn (musicista eclettico che divora ed utilizza ogni
tipo di musica). insomma ritengo kid a molto pių importante e profondo di quello
che appare di quello che si possa pensare.
Luca

Mi pare che la critica abbia sottovalutato enormemente questo lavoro: ad essere sincero
anch'io volevo buttare il cd dalla finestra dopo aver ascoltato "treesfinger",
ma ascoltandolo attentamente ho capito che i radiohead avevano raggiunto il loro obbiettivo.
Se con "OK computer" si erano descritte con successo le paure del subconscio in "Kid A"
(pare che il titolo sia contro la clonazione), con le sue atmosfere robotiche e fredde,
ci prospetta un possibile futuro. Non mancano momenti di grande musica, a mio parere
addirittura superiori di "OK computer", come "everything in its right place", la spendida
"national anthem", la ballad "how to disappear completely", il rock sperimentale di
"optimistic" e "morning bell", la tecnologia e l'avanguardia di "idioteque" e per
concludere la splendida "motion picture soundtrack",con i suoi accordi di organi e le arpe
cielestiali:un capolavoro. Ci sono anche episodi meno felici e che mi lasciano perplesso
come la title-track "kid-a" e "in limbo";discorso a parte per "treesfinger", pezzo strumentale
molto forte (solo tastiere) ma comunque molto interessante.
Carlo

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