Weasel Walter – Skhiizm (Ugexplode, 2018)

Avvicinarmi a una nuova uscita solista di Weasel Walter mi riporta sempre alla personale atavica esperienza che fu l’ascolto di Systems Emerge From Complete Disorder dei Flying Luttembachers, opera rumorosamente scostante ma dal fascino irresistibile, dove il nostro suonava tutti gli strumenti da solo, un recupero caldamente consigliato per gli amanti dei suoni obliqui senza compromessi. Ora, dopo essere tornato già diverse volte sul luogo del delitto della performance solitaria, da ricordare la sua indimenticabile versione di Bohemian Rapsody dei Queen, esce Skhiizm per la sua Ugexplode, dove suona chitarre, basso, batteria, elettronica e canta.
Copertina black metal dissacrante, foto dello stesso Walter a mezzo busto con calza nera sul volto, giubbotto di pelle e tanto di braccialoni chiodati, per una manciata di pezzi che sono una messa a punto di suono trasversale estremo. Mescolanze di noise, no wave e prog deviato: distorsioni assassine, partiture matematiche impetuose e velocizzazioni hardcore; pezzi che sfruttano al meglio taglienti cambi di tempo, fughe inaspettate, rallentamenti struggenti con tanto di storti assoli killer, feedback sovraesposti e stridenti sottolineature live electronics.
Il sapore che si respira per tutta la durata del disco è decisamente caotico e carico di decibel, pronto a prenderci per mano accompagnandoci verso la catarsi bruta, eppure il tutto è ben pianificato nella ricerca del giusto senso complessivo. Ridefinizioni di noise rock lancinante (Bad Designs Fail), martellamenti per spasmi vocali (Contagious Mass Idiocy), aggressioni hardcore sommerse dal delirio (Assured Self-Sabotage, They’re Even Dumber Than They Look), black metal apocalittico (Blasphemy Clones) e ovviamente now wave luttembachersiana (Turns Out Everything Is Pointless). Finale di frenetica visionarietà affidato alla cover di Hangover Heartattack dei Poison Idea, rifacimento spinto all’estremo sia delle potenzialità sonore che dell’espansione temporale, dove tutti gli ingredienti vengono frullati senza pietà nei venti minuti della traccia monstre The Hangover Heart Attack Variations, e sottolineerei la parola variations. Un ascolto eccitante e che lascia appagati.