Walter Schreifels – an open letter to the scene (Arctic Rodeo, 2010)

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Spero che il nome non vi sia nuovo, perchè per gente che ha bazzicato nel circuito hardcore o che ha vissuto il rock indie-pendente degli anni '90 Walter Schreifels è un vero e proprio gigante. Parliamo del responsabile delle chitarre dei Gorilla Biscuits, del bassista degli ultimi Youth of Today e poi ancora dell'uomo che cantava e macinava riff con quegli eroi dei Quicksand (appena dopo la breve parentesi con i Moondog, con cui registrò un demo), che sotto falso nome (mi pare per questioni di contratto) scriveva i pezzi per il primo disco di Civ e che, dulcis in fundo, trascinava i Rival School (che voci recenti danno riformati e con un disco in uscita). 
Ora, se persino quest'ultimi, che all'epoca ritenevo sopravvalutati, ad un recente ascolto mi hanno fatto ricredere, converrete che le credenziali del personaggio siano mostruose e vi sarà facile immaginare quali fossero le mie aspettative. Devo essere onesto, pur trattandosi di un buon disco, ironico e divertente, non è nulla più di ciò che mi aspettavo dal buon vecchio Wally. Mi era giunta voce dei suoi live mezzo cabarettistici dove improvvisava strofe degli Smiths e si lanciava in pezzi storici del New York hardcore, inframmezzandoli con simpatiche gag e parodie non prive di autoironia, ma dopo aver visto qualche filmato su Youtube l'avevo trovato tanto divertente quanto accessorio. Si tratta di folk americano piacevole, ben suonato ma non particolarmente ispirato; a questo punto preferisco altri gruppi della stessa etichetta con ex membri di altre famose formazioni del tempo che fu. Sia chiaro, se passasse vicino a casa andrei a vederlo al volo: Schreifels tiene il palco benissimo e nonostante le varie reunion, non si è mai perso in scoloriti revival "tanto pe' campà". Fra i pezzi del disco devo almeno menzionare una reinterpretazione di Don't Gotta Prove It che, confrontata con l'originale contenuta sul primo album di Civ, perde quel piglio Clashiano che ne faceva un gioiellino e la title track, un brano tributo a Raybeez dei Warzone di cui l'immortale strofa "don't forget the struggle don't forget the street, don't sell out" viene ripresa verso la fine della canzone.
Alle soglie dei miei trentasei anni ho trovato questo disco come un simpatico amarcord, ma al di fuori di questo, se non conosceste nessuno dei gruppi in cui ha militato Schreifels, sarebbe l'ultimo album che vi consiglierei. Ma sopratutto…Wally!!! "procrastinate it can't wait I put it off…staaaaaaart!…let's start today!"