Vs. Rome – The End Is Important In All Things (Arctic Rodeo, 2011)

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Chissà che età hanno i Vs. Rome…farà ridere, ma è la prima cosa che mi sono chiesta mentre ascoltavo il loro primo lavoro. Lo dico perchè pensavo agli ascolti coi quali sono prima 'diventati grandi' e poi diventati musicisti questi Deutschen e mi sono immaginata che, oltre al fatto che suonano insieme da soli tre anni, i loro riferimenti musicali siano postdatati rispetto ai miei. Gli album, almeno in qualche modo, sono echi della musica che ha cresciuto chi li compone per cui… chissà se ho indovinato.
Comunque qui abbiamo a che fare con dieci tracce dichiaratamente indie, registrate col produttore dei Blackmail, band che avevo molto apprezzato anni fa da brava fan della storica emittente alt-musicale Viva Zwei. E proprio come Viva Zwei, anche i Vs. Rome sono di Cologna. Senza divagare troppo, dirò che si lascia ascoltare questo disco che non ha pretese particolari, che lascia affiorare, neanche troppo timidamente, riferimenti al college sound Stars&Stripes – Oxygen – e, nonostante venga affermato il contrario, a mio parere non disdegna rimandi ad alcune di quelle formazioni UK – Serafin o Kaiser Chief – che NME ama sostenere. Così, se per pezzi come Places – che per me è figlia illegittima di Where Is My Mind by Mr. Francis Black – oserei un accostamento al post grunge, Dead Hands è quasi stoner e You Can See Me Fall è qualcosa che piacerebbe decisamente a Maynard James Keenan. Trovo sintomatico che i Vs. Rome dicano di loro di non riconoscersi in un genere, quanto nelle influenze che ognuno di loro ha. Questo li rende, se non altro, genuini e, anche se non certo innovativi, almeno degni di nota.