Visti e sentiti: cronaca frammentaria di un’estate in musica

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Senza pretese di essere esaustivi, un rapido excursus su quanto ci è capitato davanti agli occhi (e nelle orecchie) in questi mesi. Non molti nomi, in effetti, un po’ perché le vacanze sono pur sempre vacanze, un po’ perché la proposta in giro non è che fosse propriamente imperdibile: sono mancati gli appuntamenti che, a nostro parere, valessero l’ormai alto prezzo della benzina. Mesi di magra, dunque, non solo dal punto di vista meteorologico.
Alcuni festival che avevamo coperto lo scorso anno, non hanno riproposto cartelloni all’altezza, Tagofest in primis, con un programma davvero poco coraggioso, zeppo di nomi validi ma che si erano visti in giro nei mesi prima e che si sarebbero battuti la penisola tutta l’estate. Mancavano insomma i nomi che da soli valevano la trasferta, se non forse gli Jooklo Duo, non facili da ascoltare in giro. Stesso discorso per la rassegna Rospi In Libertà di Noale (VE), mentre solo impegni precedente presi ci ha impedito di presenziare al sempre ottimo Curtarock a Curtarolo (PD).
Detto che di alcuni appuntamenti (NOFest!, Oscenità Sulla Luna, Ieperfest) abbiamo trattato in altra sede, veniamo dunque al resto. A Campagna di Lonato (BS), per la rassegna Locanda Jazz, è stato piacevole incontrare gli Xnoybis Ensemble (Paul Roth al sax, Gabriele Mitelli alla tromba, Giulio Corini al contrabbasso e Cristiano Calcagnile alla batteria): jazz abbastanza classico, melodico, con qualche sporca tura free e una gran sezione ritmica. Un po’ di ruvidezza in più non sarebbe sgradita, ma comunque un ascolto appagante.
A Valeggio sul Mincio (VR) l’associazione Humus ha chiuso la stagione, nella bella cornice di Villa Zamboni, con tre giorno di concerti dal 26 al 28 luglio. Il venerdì, il duo australiano dei Civil Civic, si dimostra, furbo nell’unire sapientemente chitarra wave di facile presa, ritmi alla Daft Punk e qualche spigolosità noise dei Sonic Youth meno ostici, generando una bella botta. Non cambieranno la storia johnny_moxAlpaca_weirddella musica, né scriveranno pagine fondamentali, ma dal vivo funzionano e la gente scalpita, senza badare troppo, anche grazie al volume della drum machine e dei sintetizzatori, ad alcune (vistose) imprecisioni di chitarra e basso. Il giorno seguente, gli Orfanado dimostrano di cominciare a ingranare anche dal vivo, e pur non raggiungendo ancora le vette dell’album ci si avvicinano parecchio, mettendo insieme la loro miglior performance da quando li sentiamo in giro, mentre i Father Murphy, pur rallentati da qualche guaio tecnico, forniscono, senza aria di routine, la solita, ottima prova. I chilometri macinati insieme si vedono anche nel sapere superare qualche piccolo inconveniente regalando sempre esibizioni di ottima fattura. Chiude le danze un Johnny Mox in crescita continua, con uno spettacolo coinvolgente, fra gospel, spoken word e hip-hop looppati, rimescolati e restituitici in forma assolutamente nuova e divertente. L’ultima sera è segnata dal concerto devastante dei Fuzz Orchestra col loro noise quadratissimo (già da prima, ma oggi ancora più con l’inserimento di Paolo Mongardi alla batteria) e vagamente anni ’70, mentre delude un po’ il progetto Man Forever di Kid Million degli Oneida, che, affiancato da musicisti locali, si risolve in un drone crescente abbastanza scontato, che li qualifica come Sunn o))) dell’indie rock: vedete voi… Cambia comunque poco nell’economia del festival, il cui bilancio è nettamente positivo, buon viatico per la nuova stagione.
I Civil Civic li ritroviamo qualche giorno dopo, all’ottava edizione dello Zero Festival di Lavagna (GE), ormai diventato un godibile appuntamento fisso di metà estate che si presta a far passare serate tranquille in quel che è definito dagli organizzatori, “un ambiente ruspante”. Ultima di tre serate, quella del 28 vede quattro gruppi dividersi il palco. In cartellone, ad aprire, c’erano il cantautore Paolo Saporiti e i Seele Brennt, progetto sedicente noise; arriviamo durante il finire del loro live, ma i due pezzi che sentiamo non ci suscitano sensazioni particolarmente positive. Davvero molto interessanti troviamo invece i torinesi Drink To Me, che hanno tenuto banco in diverse date estive (su tutti il Traffic Festival) e che, con il loro indiepop elettronico-danzereccio, intrattengono l’entusiasta pubblico presente, noi compresi, che alla fine corriamo ad accaparrarci S (uscito su Unhip Records), il loro ultimo lavoro, divenuto ormai uno dei nostri dischi dell’estate 2012. Chiudono la serata i suddetti australiani che ripropongono anche qui il loro mix di musica elettronica ed elettrica; pezzi sempre costantemente distorti (fosse anche solo con un minimo di vibrato, se ne volete un esempio valido, sentitevi Less Unless) che, a chiudere gli occhi, non sembra vero possano essere solo in due a produrre tutto ‘sto casino. Anche qui i presenti si dimostrano positivamente colpiti e non sono pochi i personaggi che si danno a pazze danze in stile taranta. Bella serata davvero.
Tornando in zona lago di Garda, alla Taverna del Conte di Monzambano (MN) incrociamo, i un torrido venerdì di fine luglio, i piacentini hyper_EvelOndaDUrtoKubark, di cui avevamo recensito il recente Ulysses. Dal vivo il loro post-rock cristallino si sporca e si irrobustisce, ma senza snaturarsi troppo, guadagnano anzi quell’impatto che in una situazione del genere è fondamentale.
Più a nord, la Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia si dimostra sempre più fossilizzata in una proposta che vede i soliti nomi visti e stravisti (Afterhours, Caparezza, Teatro Degli Orrori),alternati a vecchie glorie straniere (Tricky, Sick Of It All) di cui qualcuna fuori tempo massimo, a imbarazzanti portabandiera della retorica barricadiera (99 Posse, Punkreas, Banda Bassotti). CI passiamo la sera degli Orange Goblin e ci fa piacere scoprire gli indigeni Hyper Evel, figliocci dei Fatso Jetson che arricchiscono il blues desertico con quadrature ritmiche degne di Chicago. Per gli inglesi, invece, solito metal stoner che non riserva alcuna sorpresa, ma fatto come si deve, con l’indispensabile corollario di birra corna e simpatia. Per dovere di cronaca, confesiamo di essere lì anche la sera in cui suonano Pornoriviste e Derozer, ma direi che è meglio soprassedere: l’autunno è alle porte e la stagione concertistica sta per ricominciare.

(a cura di Marcello Ferri, Claudia Genocchio, Emiliano Zanotti)