Vanessa Van Basten – 29/04/10 Locanda di Campagna (Lonato – BS)

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Ritornano a farsi vivi, nell'amata Locanda di Campagna, i Vanessa Van Basten, dopo un anno sabbatico speso a migliorare la resa live e a registrare il nuovo album: curiosità per il ritorno che si incrocia a quella di capire verso che lidi musicali il gruppo stia veleggiando. Ma non tutte le domande troveranno risposta. Sul fondo del porticato che funge da sala concerti il gruppo si presenta come quartetto in luogo del consueto power trio; in realtà il membro aggiunto, al sintetizzatore, presenzierà solo per il tempo pezzo iniziale, ambient scuro e granuloso, per poi defilarsi e ricomparire nel finale. Rimane quindi campo libero a basso, batteria e chitarra (sempre pochissima la voce), che si abbandonano ai consueti passaggi strumentali shoegaze alternati a stravolgimenti sludge, con un netto vanessa_van_basten_locanda_grandeprevalere dei primi. Bisogna dare atto ai tre del fatto che, dal punto di vista della resa live, la pausa sia stata produttiva: il suono è notevolmente migliorato, più coeso e potente, valorizzando al massimo le composizioni che già si erano ascoltate nei dischi. La Scatola, Dole, Psygnosis, ormai a tutti gli effetti dei classici della band, avvolgono e trasportano anche chi stasera non é qui per il concerto. In fin dei conti se non proprio "terapeutica di facile ascolto" è comunque musica che non pone particolari difficoltà all'ascoltatore distratto o non pratico del genere, fatte salve le poche ruvidità, retaggio dei trascorsi metallari e la lunghezza dei pezzi, che d'altra parte ben si prestano a far da colonna sonora a una serata da trascorrere davanti a un boccale di birra. I volumi, ecco, magari quelli non sono proprio da sottofondo, ma lo spazio è in parte aperto e mitiga l'effetto dei decibel. Quella che lascia dubbiosi, quanto meno perché di sicuro non ci viene detto nulla, è la direzione che il gruppo intraprenderà con l'uscita del disco su Robotic Empire, ammesso che di nuove coordinate si debba parlare. Da quello che si è capito stasera, non si cambierà troppo: ci sono le buone idee, non del tutto sviluppate, di Fuck The Best, Take The Rest, fra cadenze Ufomammut e chitarre noise anni '90,mentre il resto non si discosta dal suono melodico conosciuto, alla Jesu per intendersi, uno stilema che inizia a mostrare un po' la corda. Saranno comunque questioni che tratteremo per tempo, in sede di recensione. Di stasera resta un concerto trascinante come pochi da queste riescono a fare.