Uranium Ussr 1972 – Avarie (Small Voices, 2006)

Gli Uranium Ussr 1972 suonano elettronica fredda e quadrata che suppongo non dispiacerebbe agli “aficionados” di lunga data del genere, del tipo che questo disco si trova un po’ a metà fra passato e presente, ma andiamo a vedere nel dettaglio. Basi ritmiche quadrate e dritte, tendenzialmente lente (“groovy” direbbero gli anglofoni) e che macinano in modo ossessivo nonostante la musica non sia per nulla pesante. L’enfasi che danno Corona, Goldsmith e Derry al suono è rilevante visto che non si può non notare l’alta qualità della registrazione e non si tratta di autosuggestione dovuta al fatto che fra i “loci” della registrazione ci sia anche Berlino. Synth che suonano come tali, ritmiche quadrate ed una passione fra passato e futuro visto che come dicevamo la pietanza è vintage ma non per questo retrò. Minimal nella filosofia, tanto che con una cassa in quarti verrebbe da inserirlo nella minimal techno, ma il risultato è ben diverso poiché la ritmica o non è sempre in quarti o viene inserita non prima di aver preparato il fondo della teglia come in Glaciation Room. Ricapitolando: minimal, casse quadrate, synth, atmosfere techno e trance, che ovviamente non poteva mancare, ma a ciò va anche aggiunto un sano gusto elettronico per la “sconvoltura” e allora i suoni acidi viaggiano da destra a sinistra tanto che durante l’ascolto in cuffia si va di rincoglionimento totale. Un disco personale visto che pur mantenendo ogni singola componente riconoscibile risulta acido e forse anche un po’ estremo per essere “da club”, nonostante ciò al di fuori del contesto dancefloor nordeuropeo si parla di materia acida ma per nulla fastidiosa, ben prodotto e lavorata con cognizione di causa. Per i fan dell’elettronica ritmica, ma non troppo elaborata a livello di beat e per chi ama i synth in cui le oscillazioni restino stile tardi ’80 (Front 242, Dive, etc.) questo lavoro potrebbe essere interessante.