Zu & Eugene S. Robinson – The Left Hand Path (Trost, 2014)

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Questo malevolo patto non è fatto per creare simpatie o mettere di buon umore, ma piuttosto per immmergerci dentro un mood nero, oleoso e febbricitante quanto un romanzo di Don Winslow. Non troverete redenzione o pentacoli di cartone qui dentro, ma squitti e sospiri nel buio di una cantina sgocciolante dove risiedono alcune delle nostre paure più incoffessabili. Ancora una volta la nudità cristologica del cantante degli Oxbow diventa grottesca e patetica quanto un freak dei baracconi, ma mai ci permetteremmo anche solo di sorridere al suo cospetto.   Il power trio romano degli Zu, in questo caso, fornisce una soundtrack in punta di forchetta che mai tenta di prevaricare il sudario di carisma che propone il cantante di colore. Quando il mood travalica il concetto stesso di concept la pressione diventa insostenibile perchè ci fa approdare dentro lo psicodramma ed è veramente arduo volerci restare a lungo. D’altro canto siamo allenati a ben più impegnative fatiche e questa performance sarebbe altresì interessante poterla ammirare dal vivo. Considerando la prolificità di Eugene Robinson, questo lavoro forse passerà in sordina, ma se desiderate materializzare (o meglio sonorizzare) le vostre colpe e paranoie questa è l’occasione buona. Da evitare sotto l’effetto di sostanze psicotrope.