Two Dead Bodies – Reflect (Afe/Bar La Muerte, 2006)

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I due cadaveri nelle sacche nere sono quelli di Luca e Andrea al secolo chitarra e voce degli I/O e batteria e voce/sax dei Kokoro Mayikibo. Two Dead  Bodies quindi fanno “death ambient”? No e neppure “death metal”…appurato che non farò mai la spalla di Bisio e della Encontrada allo Zelig entriamo nel “vivo” di questa recensione. Il disco più ruvido e meno psichedelico del recente catalogo Afe, non a caso cooprodotto con l’ovesca Bar La Muerte: una specie di proto-industrial, no wave, Skin Graft, post-punk deforme che passa agevolmente dalle mazzolate dell’apertura al trip in piena regola della chiusura. Una deformità che un tempo per inesperienza e minori possibilità (il mondo pre-internet, te lo ricordi signò?!…) appartenere solo a certi gruppi industriali svizzeri e qualcosa di tedesco nel rigore marziale di queste tracce tutto sommato è rimasto. Un po’ come se un gruppo “rock” della Skin Graft fosse stato remixato da un Mick Harris in giornata “soft”. Batterie che scompaiono andando in riverse, feedback in loop, dissonanze da Teenage Jesus and the Jerks, manca solo Lydia Lunch ma in compenso c’è lo spettro di Blixa e soci quando “facevano e si facevano” (che sia un motto stile “vince e convince” dell’era Craxi?). Fatta eccezione per l’apertura insperata della conclusione, per ciò che concerne l’utilizzare le proprie psicosi i “due corpi morti” non si sono sicuramente risparmiati. Se all’inizio mi piaceva ma faticavo a trovarmi completamente a mio agio su tutta la durata del tragitto ora ascolto dopo ascolto mi è molto più facile sintonizzarmi…quindi? Se scrivo che “vince e convince”?.