Trou Aux Rats – Amour Et Sépulcre (Nashazphone, 2018)

Può esistere un disco “romantico” di Romain Perrot aka Vomir? E come può suonare? Domande a cui dà risposta la Nashazphone pubblicando la prima sua uscita fisica a nome Trou Aux Rats (dopo alcune uscite digitali): Romain è il francese più rumoroso che io abbia mai sentito, un personaggio di cui avevo perso le tracce da un po’ ma che sembra sempre essere in ottima forma e stare malissimo allo stesso tempo. Ora, non so se abbiate idea della colata di rumore odiosa e fastidiosa che il nome Vomir abbia prodotto con le sue 267 uscite… il limite dell’inascoltabile è superato e di parecchio! Per capirci, sul suo sito (Décimation Sociale…) campeggia la scritta “uccidetevi tutti” con sfondi inquietanti, per cui un disco davvero “romantico” (già dal titolo…) questo Amour Et Sépulcre non lo è, ma tant’è confrontato con alcune sue produzioni potrebbe andare a Sanremo: synth con suoni d’organo a profusione, mescolati a rumori e voce distorta per una sorta di “funeral wave” sfocata e completamente scentrata e in bassa fedeltà, naturalmente senza ritmica alcuna. Cinque brani che bastano a descrivere questo immaginario desolato, una sorta di pianobar macilento dell’industrial noise: speranza zero, futuro ancora meno… Non che ne risulti un disco imprescindibile, ma devo dire che comunque risulta a suo modo gradevole: forse se non si trattasse del personaggio che è non ne staremmo nemmeno parlando, però resta che piuttosto che una rivisitazione new wave qualunque con questo disco finite di sicuro in depressione prima di potervi iniziare ad annoiare, e io lo intendo come un complimento.