Tiziano Milani, Luca Rota – The City Of Simulation (Setola Di Maiale, 2009)

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Un progetto molto interessante quello che mi trovo fra le mani, infatti a dispetto delle molte baggianate che cercano di darsi uno spessore elencando nomi di intellettuali a caso o presunte ispirazioni colte, questo progetto è realmente multimediale e seriamente ispirato ad un'idea molto forte. Si tratta di un lavoro multimediale in cui i testi di Rota e le musiche di Tiziano Milani tratteggiano il profilo del "Vivere nella città, la città come propria realtà, la propria vita come vita della città – o languire come inutili figuranti nella sfigurata Città della Simulazione…" come Luca Rota lo definisce.
Un lavoro splendido in cui forse l'unica cosa che non convince fino in fondo sono alcune delle immagini, non perché si tratti di immagini mediocri, ma per il puro e semplice confronto con i testi di Rota che sono molto interessanti e con la musica di qualità di Tiziano Milani, che si è mantenuto sui suoi soliti ottimi livelli. Per il musicista lombardo la partecipazione ad un progetto del genere era quasi scontata, non parlo tanto del fatto che credo sia architetto, ma più dell'idea di colonna sonora documentaristica che mi hanno lasciato molti dei suoi lavori. Immagini notturne o spazi geometrici vuoti, quand'anche ci fossero degli esseri umani sarebbero comparse in uno scenario dove l'ambiente urbano ed il suo contesto diventano i protagonisti principali: un tributo alla città in cui ogni traccia si accompagna ad un'immagine in cui viene disposto uno dei testi di Rota. L'effetto globale non è molto diverso da quello di alcune istallazioni che mi è capitato di vedere, l'unica differenza è che forse la musica di Milani potrebbe vivere di una propria vita autonoma. Quattordici tracce per altrettanti testi, ed ognuna di esse di lunghezze diverse con più tracce che superano i venti minuti, non per nulla Milani ha scelto il formato mp3 per accompagnare i jpeg che troverete all'interno di questo dischetto. Musica in bilico fra l'elettronica e la sperimentazione, spesso si tratta di campioni o di improvvisazioni rielaborate, fra le varie tracce sono persino riuscito a riconoscere Ghotam Lullaby di Meredith Monk (e per questo credo di meritarmi il peluche in fondo al tirassegno). Suoni astratti ma ancora molto espressivi, un po' come quelli degli appartamenti che nonostante il loro grigiume spesso nascondono storie molto diverse "Vivere nella città, la città come propria realtà, la propria vita come vita della città – o languire come inutili figuranti nella sfigurata Città della Simulazione…".