Tindersticks – Waiting For The Moon (Beggars Banquet, 2003)

tind_r7

Dunque, c’è andato l’uomo sulla luna o no? Ora che si è perso anche il video originale dell’impresa del 1969, che ci resta da pensare? Aspettare? Profetico il titolo dell’ultimo, anagraficamente parlando, album registrato in studio dai Tindersticks, Waiting for the moon, uscito nell’ormai lontano 2003. Troppo lontano, proprio come la luna, se si pensa che il gruppo di Nottingham è stato assai prolifico fino a quell’anno, partendo dal 1993. Dieci anni di “premiata forneria” sfornando un album migliore dell’altro, dove tutti i brani, praticamente tutti, sono “belli” (a parer mio nella concezione più oggettiva possibile del termine).
Quando li vidi, dal vivo, nel 1998 a Milano, la voce di Stuart Staples stregava il pubblico, quello femminile e quello gay anche dal punto di vista diciamo “estetico”, perché lui ha il fascino disperato dei bohemien d’inizio secolo. Una delle voci, in bocca a un bianco, più basse e sexy che la storia della musica possa riconoscere, dopo Nick Cave. Questo è un album da rispolverare, chi ce l’ha, e da cercare, chi non ce l’ha. Per godere immalinconendosi. Sì, però non mi piangete sui suoi violini, nelle vostre nostalgie di fine estate rimpiangendo già gli appena terminati amori vacanzieri. Troppo facile con questo disco.