Three Second Kiss – Long Distance (Africantape, 2008)

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Formazione nuova, vita nuova, ma pur sempre vecchi Three Second Kiss, sia nel bene che nel male. Il gruppo non credo abbia bisogno di presentazioni ma se proprio servisse: partirei col dire che insieme agli Uzeda sono stati la punta dell'iceberg della stagione d'oro del post/math-rock italiano e per quel che mi riguarda c'è stato un tempo in cui se la sono giocata alla pari con parecchi americani famosi…anzi quello a dire il vero lo fanno ancora egregiamente, anche se con qualche riserva.
Il tempo passa e le cose cambiano, così succede che una volta a Springfield fossero i coniugi Tilotta a "rockeggiare" ed invece ora tocca a loro figlio dietro alle pelli della batteria, me lo ricordavo acerbo nei non troppo convincenti Theremin ed invece si è trasformato in uno splendido pestone mancino (se ben ricordo). L'etichetta è al suo esordio, ma solo per modo di dire visto che si tratta di una joint venture di 5 Roses e della francese Sickroom, mentre per confermare la tradizione dietro al banco di regia c'è nuovamente Steve Albini. Squadra che vince non si cambia e così i T. S. K. riprendono il discorso da dove l'avevano interrotto, se proprio avete necessità di valutazioni, direi che questo disco sia molto meglio di Music out of music ma dietro Everyday everyman. Un problema di qualità? Assolutamente no, anzi il livello è alto come sempre basta, sentire il duo di Dead horse swimming e deviationism, spazza via praticamente il novanta per cento dei gruppi math/post-rock che ho sentito negli ultimi anni ed arriva a livelli di eccellenza mostruosi. Il fatto è che passa il tempo e i Three Second Kiss forse rimangono un po' incollati a se stessi, cosa non da poco visto che già avere una personalità ha del miracoloso, forse il problema è solo mio che da un gruppo del genere mi aspetto sempre qualcosa in più. Tanto per chiarire ogni dubbio posso tranquillamente affermare che questi siano stati uno dei migliori gruppi che abbia mai visto la luce in Italia e non solo, proprio per questo le mie aspettative sono sempre molto alte. Immagino che qualcuno si ponga il problema se si tratti solo del fatto che "finita la moda del post rock e del math quello che lo ricordi o lo riproponga sia poco trendy", non penso che sia questo il punto, credo che la cosa geniale dei gruppi post-Hoover sia stata quella di cambiare sempre un po' il target, da Regulator Watt ad Abilene, stesso dicasi dei June of 44 per cui Four great points rimarrà un capolavoro, ma di cui Anahata, che sembra quasi un disco fusion evoluto, non è da meno oltre che essere il passo successivo, rimanendo attinenti al discorso, gli stessi Zu a loro modo sono uno dei prodotti più illuminati e più in evoluzione del math-rock di quegli anni (anche se in questo caso l'etichetta sta un po' stretta). Ma se i Three Second Kiss hanno una loro identità perché allora metterli in parallelo con Hoover e June of 44? E perché no invece? Anzi voglio concludere dicendo di più, che al di là delle discussioni su anacronia sì, no, forse…se l'ultimo Shellac avesse avuto la metà dell'adrenalina di questo disco sarei riuscito ad ascoltarlo più delle due volte che mi sono dovuto imporre avendolo ricevuto in regalo. Detto ciò: Albini santo subito e "god save Three Second Kiss!".