Thee Oh Sees – Putrifiers II (In The Red, 2012)

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Non sapendo da dove cominciare, con i californiani Thee Oh Sees, (da O.C.?), credo non sia male, se ancora non li conoscete, consigliare di mettersi subito all’opera con questo Putrifiers II. Recuperando poi il resto, specie il precedente Carrion Crawler/ The Dream. Se invece la formula già la conoscete, beh in quest’uscita tutto ciò che, ad esempio, i White Fence (pur ammirevoli) riuscivano solamente ad abbozzare, prende forma. Uno stile che, pur non rinunciando al lo fi garage rock psichedelico e agli home recordings sparsi un po’ in giro, raggiunge una compiutezza, un’essenzialità e una capacità di confrontarsi coi grandi nomi senza timori reverenziali: il raga di So Nice dice tutto puntando il dito verso i Velvet Underground, mentre Lupine Dominus ha un attacco alla My Sharona degli Knack per poi andare per la sua direzione irresistibilmente freak. Tutti i possibili dubbi, se ancora persistono, svaniscono con la melodia sixties di Flood’s New Light, che scomoda addirittura la Motown. John Dwyer mette insieme materiale con la cura di chi sa rinnovare i modelli, superandoli dalle direzioni più impensate e mantenendo comunque la rotta dritta, senza perdersi in cose inconcludenti. Non c’è una nota da buttare qui: se non è un capolavoro poco ci manca.