The Tablets – S/T (Autoprodotto, 2014)

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Succede di frequente che gruppi o progetti non particolarmente degni di menzione abbiano la fortuna (o chiamatela come volete) e non il merito di fare da spalla a band importanti e oggetto di venerazione. Prontamente questa condivisione di palco viene menzionata nelle press sheet per fare testo, come a dire: “Abbiamo suonato con XYX ergo, quasi per osmosi, pure noi siamo una grande band”, almeno così si vuol fare credere. Purtroppo altrettanto di frequente la realtà è molto diversa e a questo stratagemma di citazioni (pienamente legittimo, anche se fuorviante) non si sottrae neppure il progetto The Tablets.
Dietro a questa sigla si cela la messicana, ora di stanza a New York, Liz Godoy che, dopo vari trascorsi nella scena indipendente del sud della California (Tetsunori, The Fearsome Sparrow), si dedica a scrivere dal 2010 una serie di canzoni dream pop un po’ troppo ingolfate da ripetitivi toy drums e melodie electro synth fatte in casa…non si è capito bene se per scelta o per mancanza di mezzi. Undici tracce da circa tre minuti e mezzo ciascuna scorrono così e la voce nasale e un pelo monocorde della cantante sicuramente non aiuta ad uscire dalla monotonia di fondo, ipnagogica ma poco sognante. Per quanto ascoltabile e nonostante non manchino le canzoni, tutto il lavoro andrebbe sviluppato con maggior cura e non annegato in mezzo a tastiere giocattolo e tre svogliati accordi di chitarra.