The Star Pillow Meet Bruno Romani – Via Del Chiasso (Setola Di Maiale/Taverna, 2014)

Chissà se siano i musicisti, influenzati dall’aria di casa Setola Di Maiale, a produrre musica così fresca e intrigante o se sia l’etichetta a selezionare con attenzioni progetti che abbiano caratteristiche a lei consone. Poco cambia in realtà per l’ascoltatore, che si trova sempre fra le mani dischi davvero piacevoli. Ad affiancare in questo caso la label pordenonese è la Taverna Records, che evidentemente ne condivide spirito e intenti, ed è qui alla sua quarta uscita (Setola è a quota 250!).
The Star Pillow nasce dall’incontro  fra la chitarra e l’elettronica di Paolo Monti e il piano verticale di Federico Gerini; a loro si unisce qui Bruno Romani con tutta una serie di strumenti a fiato: sax, flauto e flauto etnico. La Via Del Chiasso che dà il nome al disco è la strada di Lucca dove i tre hanno dato vita a queste sei composizioni, tutt’altro che chiassose a dire il vero, invece misurate e briose. Sebbene sia musica che assume spesso forme che potremmo senza remore identificare come jazz, pur con alcuni inserti di matrice rock, etno e contemporanea, non appare mai ingessata né snob, si tratta semmai di jazz anti-intellettualistico, che fa fluire le emozioni senza mediazione, trasmettendo quello che i musicisti vogliono comunicare oltre le barriere di genere e cultura. Il tratto più evidente del lavoro è il senso di serena calma che trasmette: le sei improvvisazioni di Via Del Chiasso si sviluppano lasciando spazio al silenzio e al pensiero, con gli strumenti che si ascoltano l’un l’altro con curiosità e senza fretta si rispondono; un antidoto alla frenesia del mondo circostante. Ma forse ancora più notevole il piacevole senso di spaesamento di cui si è “vittime” durante l’ascolto: nel placido ma continuo mutare degli scenari non si sa mai cosa ci aspetti, ma il buon gusto che i musicisti mettono in mostra garantisce soluzioni sempre felici. Questo è uno di quei dischi, giusto per intendersi, dove la distanza fra quello che si può scrivere e raccontare e le sensazioni date dall’ascolto è enorme, ennesimo esempio di musica non convenzionale (per parafrasare il motto di Setola) che, lungi da facili estremismi, vince giocando di fioretto, all’interno dei generi, curando fin la più minima sfumatura.