The Hutchinson – Clan (Wallace, 2009)

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Seconda prova altamente infiammabile per la macchina da guerra trentina degli Hutchinson. Groove mostruosi che fagocitano in un unico calderone i vortici di Sabot, Jesus Lizard, Therapy? e più in generale il blues/phunk stralunato della compiantissima Trance Syndicate. Certo, i punti di riferimento sono fin troppo saldi, per non dire visibili, ma scavando sotto il pelo del fango melmoso emergono sorprendemente schegge ed inaspettate proiezioni dalla blaxploitation fino ai cancelli luminescenti dei Funkadelic(!). Matematica ed analfabetismo, caos e rigore, bianco e nero, calcolo e follia: un disco sorprendente e, ancora una volta, sorprendentemente pilotato dietro ai banchi da Fabio Magistrali: definitivamente incoronato lo Steve Albini di casa nostra, se non per le frequenze sonore perlomeno per il presenzialismo e la garanzia di qualità. Tutte le volte che individuiamo un prodotto altamente esportabile, come in questo caso, io intimamente godo, perché amo pensare che ci si possa sentire orgogliosamente nazionalisti non solo una volta ogni quattro anni, in occasione dei mondiali di calcio, ma anche per l'altissima qualità del indie rock nostrano. Altro che Ipecac, quindi. Wallace!